ROMA, venerdì, 6 luglio 2012 (ZENIT.org).- E’ Sat7, l’emittente cristiana creata appositamente sedici anni fa per il pubblico di Turchia, Iran e Mondo Arabo. «Siamo convinti che l’ignoranza conduca al pregiudizio e al diffondersi dei conflitti e solo un’informazione onesta può arrestare questo processo», dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre Kurt Johansen, direttore dell’ufficio europeo di Sat7 con sede a Christiansfeld in Danimarca.
Certo le difficoltà da affrontare sono molte per una piccola televisione che si rivolge ad una minoranza – peraltro in costante diminuzione – come quella cristiana in Medio Oriente e Nord Africa. «I cristiani rappresentano oggi circa il quattro per cento della popolazione mediorientale – continua il giornalista – Il resto degli abitanti conosce assai poco i fedeli e la loro religione. E spesso il Cristianesimo è associato all’Occidente, di cui in genere gli arabi non si fidano molto».
La missione della piccola tv satellitare – che ha il suo quartier generale a Nicosia, la capitale di Cipro – è raggiungere il pubblico musulmano e diffondere i valori della fede cristiana. «Un compito arduo in una regione vasta e a maggioranza islamica, dove vivono più di 200 milioni di persone e dove già trasmettono oltre 300 televisioni. Finora però il nostro impegno sta dando i suoi frutti». I telespettatori abituali di Sat7 sono circa 7 milioni ed in continua crescita. Responsabili dell’emittente sono le Chiese cristiane di Medio Oriente e Nord Africa, che raccolgono in media 12 milioni di dollari l’anno in donazioni. Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene regolarmente la televisione dal 1999.
La programmazione è fruibile 24 ore su 24 sui quattro canali in arabo e in farsi, e per quattro ore al giorno sul canale turco. Il palinsesto comprende talkshow che affrontano argomenti legati alla vita di tutti i giorni e ai temi religiosi, approfonditi con il contributo di esperti della materia. Ma il cavallo di battaglia della rete sono i film e i documentari ispirati agli episodi biblici. «In Medio Oriente la tradizione di raccontare storie è molto antica e apprezzata». Nel 2007 è stato creato un canale per bambini, Sat7 Kids, incentrato su programmi di cultura generale e reportage dal mondo arabo.
«Non affrontiamo mai temi di carattere politico, né ci occupiamo delle questioni interne al mondo arabo – continua Johansen – E quando dobbiamo trattare argomenti controversi, come il ruolo della donna, siamo sempre molto attenti a non urtare la sensibilità dello spettatore». La sensibilità non è però l’unica ragione per cui l’emittente è ben vista dalle autorità locali. Oltre i due terzi degli impiegati di Sat7 provengono dalla regione e circa l’80% dei programmi sono prodotti in Medio Oriente – per lo più in Egitto e in Libano.
«Ma neanche questo ci garantisce assoluta sicurezza. Per molti una tv cristiana rimane una spina nel fianco. Specie se vista da milioni di persone».