ROMA, martedì, 3 luglio 2012 (ZENIT.org) - Il Meeting di Rimini è stato presentato, venerdi 4 maggio a Mosca, presso la Biblioteca dello Spirito. Fin dagli anni ‘80, grazie alla Fondazione Russia Cristiana, la manifestazione riminese ha stabilito con la Russia un sodalizio importante.

Molti personaggi provenienti dalla Russia e dai territori dell’ex Unione Sovietica, in questi anni hanno partecipato alle diverse edizioni del meeting: il grande regista Andrej Tarkovskij, il metropolita Filaret di Minsk, il conduttore televisivo Aleksandr Archangel’skij, la poetessa Ol’ga Sedakova, il teologo e amico ortodosso Aleksandr Filonenko, la professoressa studiosa di Dostoevskij, Tat’jana Kasatkina e molti altri.

A presentare l’edizione di quest’anno, oltre a Jean-François Thiry, direttore della Biblioteca dello Spirito, proprio Tat’jana Kasatkina che quest’anno parteciperà alla manifestazione di Rimini con una mostra su Dostoevskij, dal titolo "È Cristo che vive in te".

Non si tratterà di una mostra sulla biografia e l’opera dello scrittore, quanto di un cammino dentro lo sguardo che Dostoevskij portava alla realtà, un cammino quasi ascetico attraverso il quale lo scrittore vuole allenare il nostro occhio a guardare la realtà per quello che veramente essa è. 

Un’unica precondizione: stare di fronte al reale con tutta la propria umanitá. Interessante e fuori dall’ordinario è la nascita stessa della mostra, alla quale da mesi lavorano insieme alla Kasatkina una quarantina di studenti, sia cattolici che ortodossi.

Oltre alla professoressa Kasatkina, abbiamo chiamato a raccontare della propria esperienza del meeting padre Georgij Orechanov, vicerettore per le Relazioni Internazionali presso l’Università ortodossa San Tichon di Mosca e grande stimatore del Meeting di Rimini oltre che del carisma di don Luigi Giussani.

Padre Georgij, che attraverso il lavoro della Biblioteca dello Spirito si è imbattuto nell’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione e che nel 2006 ha avuto per la prima volta la possibilità di visitare il meeting, racconta come ciò che più lo colpisce della manifestazione di Rimini sia il suo essere «qualcosa di autentico» dentro un mondo in cui regna l’omologazione e dove l’imitazione sembra essere il carattere dominante in ogni ambito del sapere.

La presentazione del Meeting è stata conclusa infine dalla testimonianza di una studentessa, Tanja, che già da quattro anni vi partecipa come volontaria. «Quando racconto del meeting la prima domanda che le persone mi fanno è: ma come non ti pagano? E io mi accorgo che questa domanda non mi viene neanche in mente, perché il Meeting è una festa alla quale sei solo grato di partecipare».

Così ha esordito Tanja raccontando della sua esperienza del Meeting, della scoperta di cosa è l’amicizia e anche degli errori commessi durante il lavoro di volontaria, errori che sono stati l’occasione per accorgersi di uno sguardo buono che non ti misura a partire dai tuoi limiti.