ROMA, giovedì, 30 settembre 2010 (ZENIT.org).- I conflitti hanno spesso alla base delle motivazioni ecomiche, per questo un primo passo verso la pace consiste nel migliorare le condizioni di vita della gente. Lo ha sottolineato il 29 settembre mons. Dominique Mamberti, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento alla 65.ma Assemblea generale dell’Onu, in corso a New York.
In zone teatro di scontri sanguinosi come Israele, la Palestina, l’Iraq, il Myanmar e il Pakistan, ha osservato mons. Mamberti, “entra in gioco un elemento economico” per cui “un miglioramento sostanziale delle condizioni di vita della popolazione palestinese e degli altri popoli che vivono situazioni di guerra civile e regionale, apporterà certamente un contributo essenziale perché l’opposizione violenta si trasformi in dialogo sereno e paziente”.
Guardando ai risultati raggiunti nell’ultimo anno, mons. Mamberti ha poi espresso il proprio apprezzamento per i passi avanti compiuti sulla via del disarmo: dal Trattato – di cui la Santa Sede è stata prima firmataria – che vieta l’uso delle armi a grappolo, in vigore dal primo agosto, alla conclusione positiva in maggio dell’ottava Conferenza sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, alla decisione di convocare per il 2012 una Conferenza per un Medio Oriente libero dalle armi nucleri e dalle altri armi di distruzione di massa.
Il presule ha quindi menzionato anche la prima sessione tenutasi a luglio del Comitato preparatorio della Conferenza convocata nel 2012 sul Trattato per il commercio di armi e infine la firma del Trattato “New Start”, tra Stati Uniti e Russia, per la riduzione ulteriore e limitazione delle armi strategiche offensive.
A fronte di tali progressi, ha fatto tuttavia notare, “le spese militari mondiali continuano ad essere eccessivamente ingenti e persino ad aumentare”. Così come non va trascurato “il problema dell’esercizio del diritto legittimo degli Stati ad un sviluppo pacifico del nucleare, compatibile con un controllo internazionale efficace della non proliferazione” atomica.
Per quanto riguarda gli obiettivi del Millennio da raggiungere entro il 2015, ha continuato, questi non saranno raggiunti se i Paesi ricchi ed emergenti non realizzeranno pienamente “i loro impegni d’aiuto allo sviluppo” e non si creerà “un ambiente finanziario e commerciale nettamente favorevole ai Paesi più deboli” e se allo stesso tempo poveri e ricchi non assicureranno “una svolta etica della politica e dell’economia, che garantisca un buon governo ed elimini ogni forma di corruzione”.
Mons. Mamberti ha poi sottolineato l’importanza del rispetto della libertà religiosa, “pietra miliare di tutti i diritti umani”, e del “diritto alla vita anche dei più deboli come i malati in fase terminale e i bambini nascenti”.
“L’interesse fondamentale di tutti i governi – ha concluso – deve essere la creazione e il mantenimento delle condizioni necessarie per sviluppare pienamente il bene integrale” di ogni persona.