Quale nuova evangelizzazione dell’Europa?

di padre Piero Gheddo*

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ROMA, mercoledì, 29 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Spiritus”, trimestrale di “esperienze e ricerche missionarie” edito in Francia dagli istituti missionari, pubblica una riflessione sulla “nuova evangelizzazione” dell’Europa (n. 200, settembre  2010) e inizia con un panorama sommario della vita cristiana nei vari Paesi d’Europa. 

L’autore Eric Manhaenge, direttore della rivista, conclude dicendo che “la Chiesa è in crisi nel vecchio continente”. Questo è evidente nei Paesi più secolarizzati come la Francia, che è un po’ un’eccezione in Europa in quanto la secolarizzazione è già iniziata nel secolo XVIII con l’Illuminismo, molto prima che in altri Paesi del continente. Però anche nei Paesi che hanno resistito meglio o più a lungo all’ondata dissacratrice e anti-cristiana – Italia, Irlanda, Polonia, Spagna – la frequenza alla Messa domenicale è fortemente diminuita.

“La situazione sembra nettamente migliore in Italia, dove anche intellettuali atei si mostrano gelosi dell’identità cattolica del loro Paese… I sondaggi dicono che la pratica religiosa è ancora molto elevata”. Anche se, aggiunge l’articolo, in Italia si manifesta la tendenza opposta a quella di altri Paesi. Le persone interrogate tendono a dire che frequentano la chiesa in misura maggiore di quanto dice la realtà dei fatti, mentre in altri Paesi, nei quali la Chiesa ormai conta poco, è vero il contrario: anche chi va in chiesa tende a dire che non ci va!

In questa situazione è scoppiato nei mesi scorsi lo scandalo dell’abuso di minori da parte di sacerdoti, che è stato nefasto per la vita cristiana e l’immagine che la Chiesa dà di sé. Anche perché le autorità ecclesiastiche di varie parti d’Europa hanno dato l’impressione di essere reticenti nella trasparenza e nel collaborare con le autorità giudiziarie dei loro Paesi. Vescovi e sacerdoti volevano “evitare lo scandalo”. “Percezione in gran parte falsa ma comprensibile” dice la rivista, ma non c’è dubbio che è passata nei mass media e nell’immaginazione popolare: i responsabili della Chiesa hanno cercato di proteggere la reputazione dell’istituzione, anche a costo di esporre bambini innocenti a preti apparsi come “cacciatori di prede”.

“Il dibattito pubblico nei grandi media ha seriamente danneggiato la Chiesa”. In Italia, sinceramente, a me pare che questo, in genere, non sia successo. Però la riflessione di “Spiritus” riguarda i 27 Paesi dell’Unione Europea che sono etichettati come cristiani e nell’immaginario popolare non si fanno molte distinzioni fra un Paese e l’altro e fra le varie Chiese cristiane. Lo scandalo ha preso tali dimensioni, che si sono ripresi e descritti come attuali anche molti fatti del passato, come pure non tutte le accuse a uomini di Chiesa corrispondevano alla realtà. “C’è l’impressione – scrive Spiritus – che la società, cosciente delle proprie insufficienze,  abbia trovato nella Chiesa un comodo capro espiatorio. Si voglia o no, questa nuova realtà fa ormai parte dell’immagine che l’europeo del XXI secolo si è fatto della Chiesa cattolica”.

Lo scandalo della pedofilia (che forse in Italia abbiamo avvertito meno che altrove), deve rendere la Chiesa e i suoi vari organismi più trasparente, più dialogante, più  aperta all’ascolto degli altri.

“Come Gesù – conclude la rivista – la Chiesa ha certamente qualcosa da dire all’Europa. Gesù ha fatto comprendere che ogni proposta comprende l’ascolto dell’altro e il rispetto per le posizioni di altri (anche se ci sembrano sbagliate!)…. Ogni sforzo di portare la Buona Notizia all’Europa suppone di cogliere l’altro senza riserve. Quello che la Chiesa ha da dire, lo può dire solo nel quadro dell’amicizia e del rispetto… Tutto questo mons. Fisichella l’ha ben compreso e c’è da sperare che il nuovo Pontificio Consiglio diventerà un luogo nel quale si rifletterà su questo tipo di evangelizzazione. Una Chiesa realmente convertita e sinceramente pentita, cosciente delle proprie debolezze, può nuovamente essere accolta dai popoli d’Europa e comunicare in tutta amicizia il messaggio che essa ha ricevuto dal Signore”.

Fin qui la rivista francese. Credo che in Italia sia necessario informare su questa provvidenziale iniziativa di Papa Benedetto (moltissimi non ne sono informati), esortando i cristiani a diventare partecipi e protagonisti della missione all’Europa. Con la preghiera certo, ma anche con la conversione personale e delle istituzioni che presentano il volto di Cristo e della Chiesa  ai popoli.

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*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l’Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

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ZENIT Staff

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