La Chiesa patriarcale e la Santa Sede secondo il Vaticano II (I)

di padre Hani Bakhoum Kiroulos

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ROMA, martedì, 14 settembre 2010 (ZENIT.org).- Il Concilio Vaticano II, molte volte, ha fatto dei riferimenti alle Chiese Orientali: alle loro istituzioni di gerarchia e di governo. Questo articolo e il prossimo trattano i due documenti che affrontano in modo più specifico il rapporto tra la Chiesa Patriarcale e la Santa Sede. Questi documenti sono la Costituzione dogmatica Lumen Gentium e il Decreto Conciliare Orientalium Ecclesiarum.

La Costituzione dogmatica Lumen Gentium

La Costituzione dogmatica Lumen Gentium è una riflessione della Chiesa sulla propria natura, ciò riguarda l’auto comprensione che la chiesa ha di sé stessa, della sua funzione spirituale e della sua organizzazione[1]. La promulgazione della Costituzione “è stata l’atto e il momento più saliente del Concilio e coronava quattro anni d’intenso lavoro e impegno dei Padri conciliari nella maturazione delle idee preconciliari in una sintesi”[2].

La medesima Costituzione menziona le Chiese Patriarcali al paragrafo 23. Tale paragrafo si situa nel terzo capitolo che concerne la Gerarchia della Chiesa. Il paragrafo 23 esamina il rapporto interno nel Collegio Episcopale. Esso potrebbe essere diviso in tre sezioni.

La prima sezione riguarda il rapporto tra il Vescovo e la chiesa locale. Il vescovo è il fondamento dell’unità della sua chiesa locale e il rappresentante di essa. La seconda sezione riguarda la sollecitudine del vescovo per tutte le chiese particolari, comprese quelle che non gli appartengono. Nella terza sezione, invece, parlando delle varie tradizioni che si sono sviluppate durante la storia afferma che:

“Per divina provvidenza è avvenuto che varie chiese, in vari luoghi fondate dagli apostoli e dai loro successori, durante i secoli si sono costituite in molti gruppi, organicamente uniti, i quali, salva restando l’unità della fede e l’unica divina costituzione della chiesa universale, godono di una propria disciplina, di un proprio uso liturgico, di un patrimonio teologico e spirituale proprio”[3].

Si nota che il Concilio non solo accetta la diversità delle tradizioni delle varie chiese[4] ma riconosce, soprattutto, il fatto storico dell’esistenza delle medesime, fondate dagli Apostoli e dai loro Successori, per divina provvidenza[5].

Tali Chiese sono unite organicamente e godono di una propria disciplina, di un uso liturgico, di un patrimonio teologico e spirituale proprio e hanno tra di loro un mutuo rispetto dei diritti e dei doveri[6].

Il Concilio, inoltre, evidenzia la natura del rapporto tra le varie chiese particolari, in modo peculiare con la Chiesa Patriarcale:

“Alcune fra esse, soprattutto le antiche chiese patriarcali, quasi matrici della fede, ne hanno generate altre che sono come loro figlie, con le quali restano fino ai nostri tempi legate da un più stretto vincolo di carità nella vita sacramentale e nel mutuo rispetto dei diritti e dei doveri”[7]

La Costituzione dogmatica Lumen Gentium considera le Chiese Patriarcali come “quasi matrici” della fede, che durante la storia hanno generato nella fede altre chiese particolari.

Queste chiese si distinguono l’una dall’altra per i propri patrimoni. Bisogna affermare che tale diversità, non nuoce all’unità della fede, anzi mostra in maniera ancora più evidente la cattolicità della Chiesa Universale[8].

La riflessione della Costituzione sulle Chiese Patriarcale si sofferma qui e non dice nulla riguardo le forme di gerarchia o di governo di tali Chiese, né della natura della potestà o dell’ autonomia, che esse possiedono né del loro rapporto con la Sede Apostolica. La Costituzione lascia tali argomenti alla trattazione del Decreto Conciliare Orientalium Ecclesiarum.

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1) Cfr. M. BROGI, Le Chiese “sui iuris” nel “Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium”, in: REDC, 48 (1991), 518.

2) M. VIRAG, La Chiesa Particolare a Carattere Personale (can. 372 § 2 C.I.C.), 13.

3) LG 23.

4) Cfr. K. BHARANIKULANGARA, An Introduction to The Ecclesiology And Contents of The Oriental Code, 15.

5) Cfr. G. NEDUNGATT, The Patriarchal Ministry in The Church of The Third Millennium, 71 e M. K. MAGEE, The Patriarchal Institution in The Church: Ecclesiological Perspectives in The Light of The Ssecond Vatican Council, 495- 596.

6) Cfr. M. K. MAGEE, The Patriarchal Institution in The Church: Ecclesiological Perspectives in The Light of The Second Vatican Council, 492.

7) LG 23.

8) Cfr. K. KAPTIJN, Le Défi Ecclésial de la Diaspora des Chrétiens d’Orient. Considérations Canoniques sur La Présence en France des Églises Catholiques d’Orient, in L’année canonique, 40 (1998), Paris, 174.

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ZENIT Staff

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