Quando la morale faceva venire l’orticaria

Mons. Jean-Louis Bruguès su San Tommaso nella teologia morale contemporanea

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di Antonio Gaspari

ROMA, domenica, 30 novembre 2008 (ZENIT.org).- Con un intervento svolto a Roma il 28 novembre, al Convegno per i 30 anni della fondazione della Società Internazionale Tommaso d’Aquino (S.I.T.A.), mons. Jean-Louis Bruguès, O.P. ha spiegato quanto San Tommaso abbia contribuito alla teologia morale, sia nel Catechismo della Chiesa Cattolica che nei confronti del dialogo con la modernità.

Nella splendida cornice romana della Pontificia Università San Tommaso “Angelicum”, il Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica ha raccontato che “dopo il maggio del ’68, la teologia morale, almeno in Francia, era caduta in un profondo stato di abbandono”.

“Per due anni i seminaristi di Tolosa non ricevettero alcun insegnamento in questa materia, reputata tanto ingrata e noiosa da non trovare nessuno disposto ad insegnarla”.

Quando poi, ha raccontato, all’Istituto di Tolosa decisero di riprendere i corsi chiesero proprio al giovane padre Bruguès di occupare una cattedra trascurata da tempo.

Il Segretario del Dicastero pontificio ha raccontato che il suo assistente spirituale, padre  Michel Labourdette, cercò di incoraggiarlo dicendo: “Lei si occupa di una materia oggi disprezzata, ma abbia pazienza: verrà il giorno in cui sarà invidiata dalle altre”.

In effetti all’inizio degli anni 80 molte questioni che riguardavano l’ecologia e lo sviluppo delle tecniche mediche divennero centro di attenzione della bioetica.

“Fu così – ha precisato mons. Bruguès –, che dall’oggi al domani, gli ‘eticisti’ – neologismo barbaro coniato per non dire ‘moralisti’  in quanto  la parola ‘morale’ faceva ancora paura – erano richiesti da tutte le parti”.

“Il mio vecchio professore aveva visto giusto – ha rilevato il padre domenicano – la teologia morale stava diventando la materia più apprezzata, l’unica branca della teologia ad essere davvero richiesta in una società secolarizzata”.

Il Segretario del dicastero Pontificio ha raccontato come negli anni 70, gli studenti appartenenti al clero, erano caratterizzati da una mentalità fondamentalmente critica.

“L’idea stessa di fare riferimento a maestri della Tradizione – ha sottolineato – suscitava in loro reazioni allergiche. Era impossibile anche solo pronunciare il nome di Tommaso d’Aquino: si rischiava di veder tappare di colpo tutte le orecchie”.

Anche in questa occasione intervenne padre Labourdette, che consigliò: “lo insegni sempre, ma senza mai pronunciarne il nome”.

“Pertanto, ho praticato per anni un tomismo per così dire anfibio”, ha ricordato monsignor Bruguès, finchè “finalmente, un giorno, mi sono sentito chiedere delle lezioni imperniate proprio sulla teologia morale di San Tommaso: il tempo del tomismo ‘clandestino’  era terminato”.

Il padre domenicano ha commentato “che la generazione del maggio ’68, che si definiva critica, si era rifiutata di trasmettere la cultura e la tradizione cristiane; così la generazione successiva si era trovata pressoché priva di ogni forma di cultura cristiana: sapeva di non sapere”.

“Ciò portò a non condividere i pregiudizi dei predecessori – ha aggiunto – e si poté ricominciare daccapo e ripartire dai grandi maestri. Il Catechismo della chiesa Cattolica (CCC) è il testo che meglio di altri riflette tale cambiamento”.

Il già Vescovo della Diocesi di Angers (Francia) ha menzionato che alla seconda bozza provvisoria del CCC i Vescovi avevano manifestato circa 9.000 rilievi ed emendamenti (su un totale di 24.000) che si riferivano alla terza parte, quella morale. 

Gli esperti della commissione, tra cui monsignor Bruguès, introdussero due correzioni fondamentali, che permettono di affermare che “la morale del Catechismo si ispira a san Tommaso, come mai era accaduto in precedenza in un testo magisteriale di tale importanza”. 

La prima correzione, su suggerimento del Cardinal Joseph Ratzinger, verteva sulla morale particolare e disponeva di partire dai comandamenti, così da restare fedeli all’uso tradizionale, e che ogni comandamento dovesse essere spiegato dalle virtù morali e teologali.

La seconda correzione riguardava la morale generale che come nella Summa di San Tommaso comincia con la creazione dell’uomo a immagine di Dio.

Il Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica ha continuato affermando che “il Catechismo si basa su una convinzione che è opportuno approfondire: le grandi intuizioni della morale di san Tommaso costituiscono lo strumento migliore di dialogo critico con la modernità”.

“La teoria delle virtù stimolerà un rinnovamento della teologia morale”, ha detto infine il Vescovo Bruguès, e quindi “l’insegnamento della teologia morale a partire dalle grandi intuizioni del tomismo ha ancora un luminoso futuro davanti a sé”.

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ZENIT Staff

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