Quanto al contributo che i cristiani d’Occidente possono dare ai fratelli iracheni, monsignor Warduni ha ricordato in primo luogo “la preghiera”.
“Chiediamo a Dio perché Lui è il re della pace che può fare tutto: Lui può cambiare le menti, i cuori, gli atteggiamenti”.
“Il mondo è pieno di interessi come per il petrolio che noi abbiamo; forse senza questo oro nero noi saremmo in pace”, ha ammesso.
Accanto a questo, “bisogna sensibilizzare i governi perché nella nostra nazione, nelle nostre case siamo stranieri. Terza cosa, che quelli che sono andati via siano aiutati”.
Anche se “c’è un piccolo miglioramento sul fronte del terrorismo che dà un po’ di speranza”, nella maggior parte del Paese “ogni tanto si registra prima l’aumento e poi la diminuzione della violenza”.
“Non è quel segno di speranza che però ci fa dire che avremo la pace”, ha concluso.