Il dialogo interreligioso, un'esigenza per i cristiani

Un documento dell’episcopato francese riflette sulle condizioni del dialogo

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LOURDES, lunedì, 17 novembre 2008 (ZENIT.org).- Per i cristiani, il dialogo con i credenti di altre religioni fa parte delle esigenze della loro fede in Cristo e nella Santissima Trinità. Lo stabilisce un documento reso noto durante l’Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Francese a Lourdes l’8 novembre scorso.

Il documento, intitolato “Perché la Chiesa cattolica continua a impegnarsi nel dialogo interreligioso?”, è frutto di due anni di lavoro da parte del Consiglio per le Relazioni Interreligiose dell’episcopato francese, presieduto dal Vescovo di Créteil, monsignor Michel Santier.

Alla sua elaborazione hanno partecipato esperti come i Vescovi André Marceau (Perpignan-Elne) e Jean-Yves Riocreux (Pontoise), suor Geneviève Comeau (teologa), Michel Fédou, (gesuita e membro del Gruppo Dombes), Dennis Gira (esperto in religioni orientali), Pierre

Massein e Christophe Roucou, direttore del Servizio nazionale per i rapporti con l’islam.

L’obiettivo del testo è quello di “riflettere sulle basi e gli obiettivi del dialogo interreligioso e dissipare i malintesi, permettendo a ciascuno di esprimere ciò che crede”.

Secondo monsignor Santier, “se i cristiani riconoscono in Gesù Cristo la pienezza della Rivelazione, credono allo stesso tempo che Dio si fa presente in tutti gli uomini e desidera comunicare loro la sua vita… Non possono quindi disinteressarsi di altri credenti, ma devono piuttosto, per quanto possibile, mettersi in relazione con loro”.

Per i cristiani, “questo dialogo si basa più specificamente sulla rivelazione di un Dio amore e trinitario”, spiega il presule; “Gesù nei Vangeli ci si presenta come un uomo di rapporto e di dialogo. Anche se a volte alcune persone non lo comprendono”.

Nel documento, di otto pagine, si spiegano le condizioni necessarie a questo dialogo, che “non significa intesa o accordo”, ma “essere interlocutori leali nei confronti della propria tradizione religiosa”.</p>

“Il dialogo implica ascolto e atteggiamento positivo di un cristiano che proclama che il piano di Dio abbraccia tutti gli uomini, i suoi simili”, e permette “di conoscere meglio il punto di vista degli altri credenti, così come di testimoniare le proprie credenze” senza “imposizioni”.

“Non sono le religioni, ma gli uomini religiosi quelli che dialogano”, specifica il documento.

La sfida, aggiunge, è “mantenere in tensione feconda un’identità religiosa riconosciuta e coerente, un riferimento comunitario non particolarista, e il riconoscimento dell’alterità nel quadro della laicità”.

In questo senso, il Cardinale André Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, ha chiesto ai Vescovi francesi durante il discorso di chiusura della Plenaria “più lucidità e coraggio” di fronte alla realtà del pluralismo religioso e culturale del Paese.

“E’ arrivato il momento in cui la trasmissione della fede e della visione cristiana dell’uomo non può essere delegata. E’ compito e missione di ciascuno. Le nostre chiese, tutte le nostre chiese, si apriranno e vivranno se le riempiremo con la nostra vita e le nostre preghiere, se saranno davvero la casa in cui i cristiani si riuniscono per l’incontro con Dio”, ha aggiunto il porporato.

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ZENIT Staff

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