Aperta in Vaticano la mostra su Pio XII

di Antonio Gaspari

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 3 novembre 2008 (ZENIT.org).- Questo lunedì è stata presentata in Vaticano la mostra “Pio XII l’uomo e il Pontificato (1876-1958)”, aperta al pubblico dal 4 novembre 2008 fino al 6 gennaio 2009, nel  “Braccio di Carlo Magno”, nel porticato di sinistra della Basilica di San Pietro.

“Si tratta di una mostra straordinaria – ha precisato il prof. Giovanni Morello, della Fondazione per i Beni e le Attività Culturali di Scienze Storiche – organizzata in tempi record, ma di grandissimo pregio”.

Monsignor Walter Brandmüller, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche (PCSS), ha spiegato che la mostra è stata organizzata “su esplicita richiesta del Santo Padre Benedetto XVI” con lo scopo di “mettere in dovuta evidenza la persona e l’operato di Eugenio Pacelli-Pio XII, in
occasione del 50° anniversario della sua morte”.

“Questa iniziativa ci è parsa tanto più opportuna – ha sottolineato il prelato – in quanto a partire dall’anno 1962 venne scatenata una campagna diffamatoria ben orchestrata contro la memoria del pontefice”.

“Con questa mostra – ha aggiunto monsignor Brandmüller – il PCSS intende rendere giustizia ad un grande papa che già in vita godeva dell’ammirazione dei contemporanei indipendentemente dalle loro convinzioni religiose”.

Secondo il Presidente del PCSS, “ciò non significa fare apologetica” ma “far conoscere la verità storica” per “rispondere alle richieste di una storiografia priva di pregiudizi” ed “esprimere doverosa riconoscenza ad un grande Papa come  Pio XII”.

La mostra ripercorre attraverso numerosi scritti – anche inediti – fotografie, oggetti personali e opere
d’arte, l’intero percorso di vita di Eugenio Pacelli

Il visitatore avrà così modo di conoscere non solo la figura pubblica, ma le caratteristiche e la personalità di quel giovane che divenne uno dei Pontefici più rilevanti del XX secolo.

In progressione cronologica la mostra racconta l’infanzia, la formazione, l’ambiente familiare, il percorso spirituale e culturale del giovane Eugenio Pacelli; segue l’ordinazione sacerdotale e l’inizio del lungo iter al servizio della Santa Sede, il suo ruolo di Nunzio apostolico a Monaco di Baviera e Berlino, la nomina a Segretario di Stato, sino a giungere all’elezione alla Sede di Pietro e al relativo pontificato durato 19 anni.

Dopo il 6 gennaio la mostra  si sposterà in Germania, precisamente a Berlino e a Monaco di Baviera, e successivamente negli Stati Uniti.

Andrea Tornielli, autore del volume “Pio XII. Eugenio Pacelli un uomo sul trono di Pietro” (Mondadori) e tra i curatori della mostra, ha fatto notare che Pio XII era una personalità molto diversa  da come viene presentata.

Non era affatto distaccato, freddo, ieratico e distante dalla gente – ha aggiunto –.  E chi lo aveva conosciuto di persona lo giudicava esattamente il contrario.

Tra le novità della mostra c’è la lettera manoscritta al fratello del 28 ottobre 1919, nella quale si accenna al ruolo svolto dal capitano de Luca in difesa della nunziatura di Monaco assalita dai rivoluzionari spartachisti.

In quella occasione Eugenio, che era Nunzio in Germania, rimase per diverso tempo con una pistola puntata alla tempia, cosa che lo impressionò profondamente.

E’ esposta anche la lettera con la quale Eugenio confida al fratello – che aveva accesso molto facilmente al Papa in quanto aveva trattato per il Concordato – di non voler essere richiamato a Roma, in Curia, come Cardinale, perché “ho anche occasione di fare vero apostolato con
viaggi e discorsi, mentre che a Roma sarei condannato al lavoro puramente burocratico… per il quale non sento nessuna inclinazione”.

Nel corso della mostra si scopre anche il carattere parsimonioso di Eugenio, il quale per risparmiare fondi da distribuire ai più bisognosi, utilizzava gli abiti dei suoi predecessori, e si faceva rammendare i suoi.

Durante la guerra si era imposto dei sacrifici, quali la rinuncia al riscaldamento e al caffè, pur di essere vicino alle sofferenze dei suoi concittadini.

Inoltre Papa Pacelli era solito riutilizzare le buste da lettera per prendere appunti o buttare giù schemi di discorsi. Nella mostra è esposto il retro di una di queste buste dove scrisse il suo testamento.

Tra i meriti di Pio XII, il prof. Morello ha ricordato che durante la guerra il Vaticano tenne in consegna, salvandolo, più del 50% del patrimonio culturale dello Stato Italiano. 

Il prof. Matteo Luigi Napolitano, dell’Università del Molise, autore di diversi saggi sulla vita e l’operato del Pontefice Pio XII, ha ricordato che monsignor Tardini descrisse Pacelli come “uomo di pace, Papa di guerra”, facendo riferimento alle vicende di un uomo che assunse la responsabilità di opporsi alle ingiustizie ed alle atrocità della guerra, operando segretamente nel proteggere e salvare i perseguitati e le vittime del conflitto.

Era ben noto infatti che Pacelli era tra i maggiori oppositori del Nazismo, e chiaramente venne indicato, dal New Yor Times nel Natale del 1941 e nel 1942 come “l’unica luce nell’Europa occupata dai nazisti”.  

In merito a quanto fatto in difesa degli ebrei, il prof. Napolitano ha ripreso quanto scritto da Pinchas Lapide, già Console di Israele a Milano, secondo cui dei 9600 ebrei presenti a Roma durante la razzia ordinata da Hitler il 16 ottobre del 1943, ben 8500 furono salvati da Pio XII, trovando rifugio in conventi, case religiose, parrocchie, università e istituti ecclesiastici.

Il prof. Philippe Chenaux, della Pontificia Università Lateranense, ha ricordato il ruolo svolto dal Pontefice Pio XII, all’indomani della seconda guerra mondiale, quando divenne espressione di un nuovo ordine mondiale in cui erano rilevanti la democrazia, il rispetto della dignità della persona e dei diritti umani, come chiaramente indicato dalla Dottrina Sociale della Chiesa.   

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ZENIT Staff

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