Europarlamento: no a emendamento contro aborto e sterilizzazioni

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 23 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Nella seduta di questo giovedì il Parlamento europeo ha respinto un emendamento che chiedeva di interrompere ogni programma di assistenza a governi e associazioni coinvolti in progetti per la diffusione di aborto coercitivo, sterilizzazione involontaria e infanticidio.

A proporre l’emendamento è stata l’eurodeputata irlandese Kathy Sinnott, membro dell’ufficio di presidenza del gruppo Indipendenza/Democrazia, insieme a tutti i membri del PPE (Partito Popolare Europeo), il gruppo più grande e l’unico con rappresentanti in tutti i paesi dell’Unione.

Kathy Sinnott è stata fondatrice e segretaria dell’Associazione per le persone con gravi e profondi handicap mentali. Tra i tanti riconoscimenti è stata premiata come “Donna dell’anno” dall’Irish Tatler (2001), oltre a ricevere il Premio “Pace e Giustizia” (2000) e “Mamma dell’anno” da parte del “Woman’s Way Celebrity” (2008).

Nell’emendamento già respinto dalla Commissione Controllo del Bilancio e ripresentato in aula, l’eurodeputata irlandese e il gruppo del PPE chiedevano di negare qualsiasi assistenza da parte della Comunità europea a quei governi e associazioni “che sostengono o partecipano alla gestione di programmi che violano i diritti umani fondamentali, attraverso l’applicazione di aborto coercitivo, sterilizzazione involontaria e infanticidio”.

Nell’emendamento si fa riferimento alle disposizioni decise alla Conferenza Onu svoltasi a il Cairo (1994) su Popolazione e Sviluppo circa la proibizione di programmi coercitivi in materia di diritti sessuali e riproduttivi.

Il provvedimento respinto chiedeva inoltre alla Commissione Controllo del Bilancio di presentare ogni anno un rapporto sull’applicazione di progetti di assistenza dell’Unione Europea (UE) in relazione a programmi che possono violare i diritti umani.

Secondo alcuni esperti di bilancio presenti a Strasburgo, se l’emendamento fosse passato avrebbe costretto l’UE a tagliare i finanziamenti delle associazioni che praticano programmi di controllo delle nascite.

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ZENIT Staff

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