Congresso sull'identità delle Facoltà di Comunicazione cattoliche

Promosso dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali

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di Miriam Díez i Bosch

ROMA, mercoledì, 21 maggio 2008 (ZENIT.org).- Ascoltare, condividere e incoraggiare iniziative che sottolineino l’identità e la missione delle Facoltà di Comunicazione cattoliche. E’ l’obiettivo che l’Arcivescovo Claudia Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, indica in vista del primo congresso che riunisce da questo giovedì a Roma 45 Università di tutti i continenti.

L’incontro si svolgerà dal 22 al 24 maggio nella sede della Pontificia Università Urbaniana, molto vicino al Vaticano, e avrà una metodologia innovativa: non è un congresso in cui si va ad ascoltare interventi, ma a condividere esperienze, ha detto a ZENIT monsignor Celli.

Uno degli obiettivi sarà quello di spiegare come si evidenzia l’identità cattolica negli studi di comunicazione: a volte i curricula sono identici a quelli delle Facoltà laiche, ha spiegato Celli, e ci si vuole chiedere se non si ha qualcosa di specifico da proporre.

“Da un lato è importante una forte competenza tecnica – ha osservato –, ma abbiamo la convinzione che non è sufficiente, che si deve ricercare qual è la funzione e il valore di ogni comunicazione, legata all’antropologia”, ha commentato.

“Vediamo l’apporto positivo dei media nella crescita della comunità umana, che non ha solo una dimensione individuale ma comunitaria”, ha aggiunto.

Non si cerca uniformità né di imporre nulla, ha sottolineato il presidente del dicastero vaticano, che vede in questo incontro un momento di ascolto reciproco e di riflessione, perché l’ascolto, il potenziamento delle relazioni reciproche e l’aiuto rappresentano anch’essi comunione.

Frutto di questo potrebbe essere la creazione di una sorta di consiglio accademico che aiuti in futuro il Pontificio Consiglio in questioni come le nuove tendenze della comunicazione, ha rivelato.

Il congresso, sul tema “L’identità e la missione di una facoltà di comunicazione nell’università cattolica”, inizierà con due interventi introduttivi: uno del professor Farrel Corcoran, dell’Università di Dublino ed ex presidente della Rete Nazionale di Televisione e Radio irlandese (Governing Authority RTE), l’altro di Pier Cesare Rivoltella, docente di Educazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La prima giornata di lavoro cercherà di presentare le sfide per i comunicatori cristiani. La seconda analizzerà l’identità e la missione delle Facoltà di Comunicazione, mentre la terza configurerà i piani di studio nei quali vedere riflessa la missione delle Università cattoliche nel mondo della comunicazione sociale.

Avranno luogo anche varie tavole rotonde, nelle quali interverranno come moderatori professori e decani di Università come quella Pontificia di Salamanca, l’Università statale del Burkina Faso, l’Università Cattolica Don Bosco di Campo Grande (Brasile) o l’Università Marquette degli Stati Uniti.

Il segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, monsignor Paul Tighe, ha confessato a ZENIT la sua speranza che da questo congresso nascano iniziative di sostegno tra Università cattoliche, come la collaborazione tra Facoltà di Paesi ricchi e di Paesi con difficoltà economiche.

Parlando alla “Radio Vaticana”, monsignor Celli ha osservato che al giorno d’oggi “una grande problematica nasce dal fatto che si sottolinea sempre di più l’aspetto tecnologico delle comunicazioni sociali”, ma “il problema di fondo è invece quello umano”.

“Emerge ancora una volta – fortemente – l’esigenza che coloro che operano nel campo della comunicazione non siano solamente superesperti negli aspetti tecnologici, ma siano anche dotati di veri e profondi riferimenti morali”, osserva.

Quanto ai cattolici nella comunicazione, monsignor Celli ha ammesso che anche se nella Chiesa “si stanno facendo cose di tutto rispetto”, “è anche vero che in certi settori manchiamo di possibilità economiche, abbiamo quindi forse gente non preparata sufficientemente in alcuni settori”.

Secondo il presidente del dicastero vaticano, il comunicatore cattolico dovrebbe essere “un uomo preparato in quella che è tutta la dinamica della comunicazione”, con “un cuore attento al cammino dell’uomo, un cuore attento a ciò che è l’azione di Dio nel mondo”.

Come ha indicato Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ha ricordato Celli, “il cammino è quello del servizio”, ma bisogna anche “cercare la verità per condividerla”.

“I mezzi di comunicazione sociale di ispirazione cattolica dovrebbero svolgere questo grande ruolo nel mondo di oggi”, ha osservato. “Aiutare i propri fratelli, gli altri uomini che sono in cammino, in questa ricerca della verità”.

“Perché? – ha chiesto –. Perché lì è la dignità dell’uomo, perché lì è la gioia del vivere”.

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ZENIT Staff

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