Benedetto XVI: contro il relativismo, è necessario riaffermare Cristo, “vero e unico Salvatore”

Discorso ai partecipanti alla 57a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 24 maggio 2007 (ZENIT.org).- Contro le tendenze secolarizzatrici e il clima culturale relativistico imperanti in Europa è necessario far maturare nelle persone la certezza che “Cristo, il Dio dal volto umano, è il nostro vero e unico Salvatore”, sostiene Benedetto XVI.

Così ha detto il Papa nel ricevere giovedì in udienza i partecipanti alla 57a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, che stano riflettendo in questi giorni in Vaticano sul tema “Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo: la Chiesa in missione, ad gentes e tra noi“.

Durante questo incontro con i Pastori della Chiesa italiana, giunto quasi a coronamento della quinquennale visita “ad Limina Apostolorum” dei presuli italiani svoltasi nel corso di quest’anno pastorale, il Papa ha detto: “Mi rallegro che abbiate voluto mettere alla base dell’impegno missionario la fondamentale verità che Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo”.

“La certezza di questa verità ha fornito infatti, fin dall’inizio, l’impulso decisivo per la missione cristiana”, ha aggiunto.

“Anche oggi – ha poi spiegato –, come ha riaffermato la Dichiarazione Dominus Iesus, dobbiamo avere piena coscienza che dal mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, vivo e presente nella Chiesa, scaturiscono l’unicità e l’universalità salvifica della rivelazione cristiana e quindi il compito irrinunciabile di annunciare a tutti, senza stancarsi o rassegnarsi, lo stesso Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita”.

“Mi sembra che, se vediamo il panorama della situazione del mondo di oggi, si può capire – direi anche umanamente, quasi senza necessità di ricorrere alla fede – che il Dio che si è dato un volto umano, il Dio che si è incarnato, che ha il nome di Gesù Cristo e che ha sofferto per noi, questo Dio è necessario per tutti, è l’unica risposta a tutte le sfide di questo tempo”, ha aggiunto.

Senza rinunciare al “rispetto verso le altre religioni e culture, con í semi di verità e di bontà che vi sono presenti e che rappresentano una preparazione al Vangelo”, ha continuato il Papa, “non può però diminuire la consapevolezza dell’originalità, pienezza e unicità della rivelazione del vero Dio che in Cristo ci è stata definitivamente donata, e nemmeno può attenuarsi o indebolirsi la vocazione missionaria della Chiesa”.

“Il clima culturale relativistico che ci circonda rende sempre più importante e urgente radicare e far maturare in tutto il corpo ecclesiale la certezza che Cristo, il Dio dal volto umano, è il nostro vero e unico Salvatore”, ha affermato.

A questo proposito il Vescovo di Roma ha accennato al suo libro “Gesù di Nazaret” – “un libro personalissimo, non del Papa ma di quest’uomo”, ha ironizzato -, che ha detto di aver scritto affinché “possiamo di nuovo, con il cuore e con la ragione, vedere che Cristo è realmente Colui che il cuore umano attende”.

Sempre a proposito del libro, monsignor Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel suo indirizzo di saluto al Santo Padre aveva sottolineato la pubblicazione di quest’opera come un “segno particolare dell’amicizia di Vostra Santità per gli uomini e le donne di questo tempo”, “la comunicazione del Suo ‘ricco cammino interiore’ nell’incontro con la Persona di Gesù”.

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ZENIT Staff

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