Benedetto XVI: Una fede matura ha bisogno dell'incontro con Gesù Cristo crocifisso e risorto

Al termine dell’esecuzione dell’Oratorio Sacro “Resurrexi” offerto dai Vescovi italiani

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 23 maggio 2007 (ZENIT.org).- L’incontro e l’intima amicizia con Gesù Cristo crocifisso e risorto sono alla base di una fede matura, ha detto questo mercoledì pomeriggio Benedetto XVI nel presenziare all’esecuzione, nell’Aula Paolo VI, dell’Oratorio Sacro “Resurrexi”.

Offerto dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che è riunita in questi giorni in Vaticano per la 57ma Assemblea generale, il concerto è consistito in un Oratorio Sacro contemporaneo, per orchestra sinfonica e coro misto doppio coro di voci bianche (“A.Li.Ve.” e “Benjamin Britten”), voce recitante e cinque solisti.

L’opera, a cui hanno lavorato il compositore Alberto Colla per la musica e Roberto Mussapi per il testo poetico, è stata commissionata dalla CEI in occasione del IV Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona.

Il concerto, eseguito da 240 elementi, ha visto impegnati i complessi artistici dell’Arena di Verona diretti da Julian Kovatchev e interpreti del calibro di Massimo Popolizio (voce recitante), Raffaella Angeletti (soprano), Rossana Rinaldi (contralto), Giorgio Casciarri (tenore) e Maurizio Muraro (basso).

In questo modo si è voluto rendere omaggio al Papa per il suo 80° compleanno, celebrato il 16 aprile scorso, oltre a coronare la quinquennale visita “ad Limina Apostolorum” dei presuli italiani svoltasi nel corso di quest’anno pastorale.

Nel breve indirizzo di saluto prima dell’esecuzione del concerto, monsignor Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, ha detto: “Conosciamo la sua grande sensibilità per la musica e le altre espressioni dell’arte e il significato che ella attribuisce alla ‘bellezza’ in ordine alla credibilità del cristianesimo”.

Citando alcuni passaggi del volume “In cammino verso Gesù Cristo”, scritto dal Cardinale Joseph Ratzinger, il presule ha quindi aggiunto: “La bellezza ci mette in relazione con la forza della verità. Io ho espresso sovente la mia convinzione che la vera apologia del cristianesimo, ovvero la prova più persuasiva della sua verità, contro ogni negazione, sono da un lato i santi, dall’altro la bellezza che la fede è stata in grado di generare”.

“E concludeva: ‘Affinché oggi la fede possa crescere dobbiamo facilitare a noi stessi e alle persone in cui c’imbattiamo l’incontro con i santi, il contatto con il bello’”, ha continuato.

“La ricerca della Verità – ha spiegato monsignor Bagnasco –, attraverso anche i percorsi della bellezza, rappresenta un capitolo importante del nostro ‘Progetto culturale orientato in senso cristiano’, che ha ispirato la committenza dell’Oratorio ora proposto, ma anche la proposta di numerosi altri momenti artistici che hanno animato le giornate del 4° Convegno ecclesiale nazionale a Verona”.

Nel prendere la parola al termine del concerto il Santo Padre ha rivolto un saluto affettuoso all’Arcivescovo Bagnasco, assicurandogli le sue preghiere “per l’alto compito che è chiamato a svolgere al servizio della Chiesa in Italia”, oltre a ringraziare per questo “gradito dono” gli ideatori della serata così come i maestri orchestrali e i cantori.

“Questa serata musicale ci ha dato modo di meditare sull’evento centrale della nostra fede: la Resurrezione di Cristo – ha detto il Pontefice –. Il titolo ‘Resurrexi’, ‘Sono risorto’, tratto dall’incipit latino dell’antifona d’ingresso della messa di Pasqua, suona in effetti come l’autopresentazione di Gesù che nella liturgia si identifica e si fa riconoscere, appunto, nella sua condizione di Risorto”.

“L’Oratorio fa rivivere i sentimenti di stupore e di gaudio provati da coloro che furono i primi testimoni oculari della Resurrezione. Attraverso cinque quadri armonicamente collegati in un intreccio melodico e poetico gli autori di questo melodramma ci hanno aiutati a meditare sull’alba del terzo giorno, ricca di luce sfolgorante che ha aperto i cuori degli apostoli ed ha permesso loro di comprendere nel loro pieno significato gli eventi drammatici della morte e Resurrezione del Divino Maestro, come pure i precedenti gesti e gli insegnamenti della sua vita”.

“La Pasqua costituisce il cuore del cristianesimo, per ogni credente ed ogni comunità ecclesiale è importante l’incontro con Gesù Cristo crocifisso e risorto – ha sottolineato –. Senza questa esperienza personale e comunitaria, senza una intima amicizia con Gesù la fede resta superficiale e sterile”.

“Auspico vivamente che anche questo Oratorio, che abbiamo seguito con religiosa attenzione e partecipazione, ci aiuti a maturare nella nostra fede. Nella Pasqua di Cristo è anticipata la vita nuova del mondo risorto. Se ne siamo fermamente persuasi più consapevole sarà di conseguenza la nostra testimonianza evangelica e più ardente lo zelo apostolico”, ha quindi concluso.

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ZENIT Staff

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