Umiltà è la via di Dio. Non ce n'è un'altra…

Francesco celebra le Palme e invita ad entrare nella Settimana Santa con umiltà, seguendo la strada di Cristo che fu deriso e oltraggiato, ma anche di tanti cristiani perseguitati oggi

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“Umiliarsi”, perché questa “è la via di Dio”. Papa Francesco chiarisce il punto di questa giornata della celebrazione delle Palme che “appare festosa”. Umiltà è la parola chiave per il cristiano, secondo il Santo Padre, ma “prima di tutto è lo stile di Dio”. “Uno stile – spiega – che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi”, perché “a un Dio umile non ci si abitua mai!”.

Proprio la Settimana che si apre a partire da oggi porterà tutti i cristiani “su questa strada dell’umiliazione di Gesù”, evidenzia il Pontefice. In questi sette giorni che ci separano alla Pasqua, prima di giungere sulla “via dolorosa e sotto la croce”, sentiremo infatti “gli insulti della gente e dei capi” contro Colui che era Figlio di Dio.

Vedremo Cristo disprezzato dai ‘leader’ del suo popolo, tradito da uno dei suoi dodici, venduto per 30 denari. Gesù sarà “arrestato, portato via come un malfattore; abbandonato dai discepoli; trascinato davanti al sinedrio, condannato a morte, percosso e oltraggiato deriso, tradito, abbandonato, schernito”. Pietro, la “roccia” dei discepoli, lo rinnegherà per tre volte; la folla preferirà vederlo condannato al posto di Barabba; i soldati lo ‘incoroneranno’ di spine, beffando “il suo essere Re e Figlio di Dio”.

Sarà quindi una Settimana “Santa” scandita da oltraggi e disonori, umanamente orribili. Eppure, rimarca Francesco, proprio “questa è la via di Dio, la via dell’umiltà. È la strada di Gesù…”. E “non ce n’è un’altra”, “non esiste umiltà senza umiliazione”.

“Dio si umilia per camminare con il suo popolo”, afferma il Santo Padre. Sopporta “le sue infedeltà”, e lo fa da sempre. Ancor prima delle offese inflitte a Suo Figlio, il Signore accettò infatti le umiliazioni del popolo di Israele, che l’Esodo ritrae continuamente in preda a lamentele e mormorazioni. “Che umiliazione per il Signore ascoltare tutte quelle mormorazioni, quelle lamentele!”, esclama Bergoglio, “erano rivolte contro Mosè, ma in fondo andavano contro di Lui, il loro Padre, che lo aveva fatto uscire dalla condizione di schiavitù e lo guidava nel cammino attraverso il deserto fino alla terra della libertà”. 

Eppure, ripete ancora Papa Francesco, la via di Dio è questa: l’umiltà, l’umiliazione. Che “vuol dire servizio”, vuol dire “lasciare spazio a Dio spogliandosi di sé stessi”, “svuotandosi” come dice la Scrittura. Questa è, dunque, l’unica vera via per il cristiano. Ma non è una strada dritta e lineare: è un percorso tortuoso, dove è facile cadere e soprattutto sviare andando ad imboccare la “strada contraria” a quella di Cristo.

Essa ha un nome preciso, chiarisce Francesco: “mondanità”. E ha pure caratteristiche precise: “vanità”, “orgoglio”, “successo”. È cioè la via che il maligno ha proposto allo stesso Gesù durante i 40 giorni trascorsi nel deserto. “Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione – ricorda il Pontefice -. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.

L’invito è dunque a metterci anche noi “decisamente” sulla strada di Cristo, “con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore”. In questo cammino, incoraggia il Santo Padre, “ci aiuta e ci conforta in questo l’esempio di tanti uomini e donne che, nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile…”.

Ci aiuta pure la testimonianza di tutti quelli che “per il loro comportamento fedele al Vangelo sono discriminati e pagano di persona”. Per non parlare poi di tutti i fratelli e le sorelle cristiani perseguitati oggi più dei primi martiri: “Ce ne sono tanti!”, afferma commosso il Pontefice; essi “non rinnegano Gesù e sopportano con dignità insulti e oltraggi. Lo seguono sulla sua via”. Sono davvero “martiri di oggi”, e in verità possiamo parlare di “un nugolo di testimoni”.

Tutti questi però hanno preso la strada giusta, la via dell’umiltà di Dio. Anche noi siamo chiamati ad andare lì, perché “sarà l’amore a guidarci e a darci forza”, assicura il Papa. Soprattutto – conclude – solo se anche noi “andremo su questa strada dell’umiliazione di Gesù vivremo una Settimana davvero Santa”.

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Il testo integrale dell’omelia è disponibile qui 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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