"Santo Padre rimanga con noi!"

Le voci dei fedeli in piazza San Pietro accorsi numerosi al penultimo Angelus di Benedetto XVI per pregare e chiedere al Pontefice che “cambi idea e continui a guidare la Chiesa”

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“Grazie Santità”. Era questa la scritta che concludeva ogni striscione o cartello che si innalzava oggi dalla folla presente al penultimo Angelus di Benedetto XVI in piazza San Pietro.

A distanza di una settimana dall’annuncio dell’abdicazione al ministero petrino, giovani, adulti, famiglie, gruppi parrocchiali e movimenti provenienti dalle diocesi di tutto il mondo si sono ritrovati alle 12 nel sagrato vaticano per mostrare l’affetto e la vicinanza al Santo Padre.

I fedeli gremivano l’intera piazza, estendendosi fino a via della Conciliazione. In particolare, colpiva vedere passanti e turisti venuti solo per visitare la Basilica, fermarsi e rivolgere la testa verso la finestra del Palazzo Apostolico per ascoltare le parole del Pontefice.

Forse c’è anche questo dietro la decisione del Papa: compiere un gesto solenne, “drastico” per certi versi, per richiamare l’attenzione di un mondo spesso distratto e anestetizzato ad ogni tipo di parola.

Nonostante il grande numero di persone presenti, regnava il silenzio durante la catechesi del Santo Padre. Un silenzio ricoperto da un velo di commozione perché è inutile mentire, nel cuore di tutti c’è il pensiero che tra undici giorni non ascolteremo più la voce di questo Papa.

Tutta la “tensione” ha raggiunto il suo culmine quando Benedetto XVI, durante i saluti, ringraziando per “essere venuti così numerosi!”, ha detto: “Anche questo è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in questi giorni”. 

In quel momento, applausi, cori e canti si sono mischiati in un’unica voce “Santo Padre le vogliamo bene”. Alcune comunità del Cammino Neocatecumenale di Roma e della Spagna hanno dato il via alla loro caratteristica danza accompagnata da canti con cembali e chitarre. I Papa Boys si sono scatenati in bounce di esultanza e rappresentanti di Comunione e Liberazione agitavano il lungo striscione che riportava la frase di Julián Carrón: “L’incredibile libertà di un uomo afferrato da Cristo”.

Alcuni cartelli, in particolare, hanno attirato l’attenzione di ZENIT. Tra questi, quello che recava la scritta “Santo Padre rimanga con noi!”. Armando, rappresentante del gruppo, ha spiegato il senso di questa frase: “Siamo qui per sostenere il Papa per pregarlo di rimanere perché abbiamo bisogno di lui, della sua figura di Pontefice e di uomo saggio che ci conforta. È il nostro padre e vogliamo che rimanga ancora a lungo su quel balcone a sorriderci”. “Sappiamo che ormai la decisione è presa – ha aggiunto – e che nostro Signore è il vero nocchiere, però abbiamo ancora la piccola speranza che Benedetto XVI ritorni sui suoi passi”.

Lo stesso accorato appello anche da parte dei membri del Movimento Politico Cattolico “Militia Christi”, che hanno detto a ZENIT di essere venuti in piazza perché “come figli della Chiesa, vogliamo gridare a gran voce al Papa di cambiare idea. Il nostro manifesto è esplicativo ‘Tu es Petrus. Rimani!’. Noi speriamo fino alle ore 20.00 del 28 febbraio che il Papa ci ripensi e continui a guidare la Chiesa”.

E nel caso in cui il Santo Padre confermi questa scelta – hanno spiegato – “pur sapendo che il papato non è legato ad un uomo, ci mancherà molto la persona di Joseph Ratzinger. In ogni caso, saremo pronti ad accogliere il nuovo Pontefice, sperando che continui sul solco del suo predecessore”.

Daniele, “capo” dei Papa Boys della vicina parrocchia di S. Maria delle Grazie alle Fornaci, ha invece dichiarato alla nostra agenzia: “Siamo felici perché c’è una grande gioia di stare ancora qui, questa domenica, in un clima di allegria e santità con il Pontefice”.

Ha poi raccontato l’iniziativa che i Papa Boys lanciano da oggi fino alla fine del mese “Preghiera no stop per lo Spirito del Papa”. Ovvero: “300 ore di preghiera ininterrotta dedicate al Santo Padre secondo le sue intenzioni perché – ha spiegato –vogliamo sentirci vicini a Benedetto XVI, gustarcelo, ascoltarlo fino all’ultimo secondo in cui rimarrà sul soglio di Pietro”.

E mentre la gente esultava, c’era anche chi guardava ancora verso la finestra del sacro Palazzo con gli occhi lucidi per la commozione. Erano Flavia e Francesca, due sorelle di Rieti, che hanno detto a ZENIT: “Siamo molto commosse perché questa per noi, a causa di impegni, è l’ultima volta che vediamo e ascoltiamo il Papa. Siamo commosse anche perché abbiamo visto una persona stanca, ma capace ancora di dare tanta fede e speranza”.

“Ci mancherà soprattutto la sua persona – hanno aggiunto – nonostante molti lo abbiano sempre descritto come un Papa ‘freddo’, noi invece abbiamo percepito sempre un cuore grandissimo”. Il pensiero è andato quindi alla Gmg del 2005 a Colonia, quando – ha ricordato Flavia – “alla sua prima Giornata della Gioventù, ci ha saputo subito coccolare e accogliere. Anche se il mondo rimpiangeva Giovanni Paolo II, io mi sono sentita consolata in questo forte abbraccio del nuovo Pontefice”.

Secondo i ragazzi del Cammino Neocatecumenale della parrocchia della Natività era “importante essere presenti fisicamente in San Pietro”. “Si notava, infatti, la gioia del Santo Padre nel vedere tutta questa gente accanto a lui” hanno affermato, ribadendo la loro “vicinanza nella preghiera” e il “supporto per la sua decisione”. D’accordo anche i giovani di CL, venuti dall’Abruzzo per dire al Papa che, nonostante la sua scelta li abbia sconvolti, “è e rimane un padre per tutti”. In particolare, sottolinea Valentina, “ci mancherà il suo instancabile richiamo ad aprire le porte della ragione”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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