Sant'Ignazio di Loyola: ad Maiorem Dei Gloriam (Seconda Parte)

La Compagnia di Gesù fu determinante nell’evangelizzazione dell’America Latina, ponendo un limite al triste fenomeno dello schiavismo

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di Pietro Barbini

ROMA, martedì, 31 luglio 2012 (ZENIT.org) – La Compagnia di Gesù, frutto dell’azione dello Spirito Santo nella persona di Ignazio di Loyola, si fonda sin dalle sue origini sui principi del monachesimo accompagnato da un fervente e dinamico spirito apostolico.

Di carattere pressoché itinerante, l’azione missionaria dei gesuiti non ha conosciuto confini. Alle numerose attività di carattere umanitario, svolte con uno zelo pressoché unico, i Gesuiti combinavano una profonda vita interiore, fatta di costanti pratiche spirituali, come insegnato da Sant’Ignazio nei suoi Esercizi Spirituali.

Ciò che ha da sempre contraddistinto i gesuiti da qualsiasi altro ordine è l’assoluta obbedienza, oltre che ai loro superiori, al Papa; la Compagnia di Gesù, infatti, è l’unico ordine al mondo ad includere, oltre i tre voti di povertà, castità e obbedienza, un quarto voto solenne di totale fedeltà ed obbedienza al Santo Padre.

Altra peculiarità è la minuziosa preparazione culturale dei suoi membri. Nel 1547 sant’Ignazio affidò alla Compagnia il ministero dell’insegnamento, che diventò ben presto una delle loro principali attività che dette altresì lustro e prestigio alla Compagnia di Gesù. D’altronde è noto a tutti che dopo la caduta dell’Impero Romano fu la Chiesa Cattolica a preoccuparsi dell’istruzione e della diffusione, nonché conservazione, della cultura, fondando scuole, creando biblioteche e istituti per l’insegnamento, impartito gratuitamente e liberamente a chiunque (da ricordare che la più antica università, quella di Bologna, nacque all’interno del territorio pontificio).

Per quanto riguarda l’istruzione, i Gesuiti svolsero un ruolo di primo piano e la fama della rinomata istruzione impartita all’interno delle loro scuole è nota a chiunque; non a caso presso i Gesuiti si formarono noti intellettuali e scienziati come Buñuel, Cartesio, Joyce, Voltaire, nonché personalità politiche di fama mondiale.

Nei secoli XVII e XVIII i Gesuiti divennero una realtà consolidata all’interno della società, un esempio di fedeltà, integrità morale e virtù. Dediti al servizio e alla cura del prossimo, furono anche al centro di numerose dispute teologiche e dottrinali dell’epoca, operando nella Controriforma e nell’evangelizzazione dei cosiddetti “nuovi paesi”, fondarono missioni, collegi, monasteri e scuole in tutto il mondo.

Tutto questo zelo dimostrato e il ruolo di rilievo acquisito all’interno della vita politica e sociale, però, alimentò l’odio di molti, in particolare dei sovrani europei che arrivarono al punto di cacciarli dai loro stati, con conseguente persecuzione.

Negli ultimi due secoli è stato fatto di tutto per diffamare quest’ordine religioso, tra i più prestigiosi al mondo, attraverso una propaganda denigratoria portata avanti da tutti quei governi, partiti ed intellettuali da sempre avversi alla Chiesa cattolica. Maldicenze, calunnie e dicerie sono state perpetrate sino ai giorni nostri, create ad arte con l’unico scopo di screditare la Chiesa e gettare fango sulla Santa Sede.

Nonostante ciò la ricerca storica sta portando alla luce molti documenti e, di conseguenza, svelando le molte verità celate, grazie, soprattutto, ad alcuni studiosi, seri e capaci, che da molti anni si stanno prodigando in un consistente lavoro di revisionismo storico, attuato con diligenza e professionalità.

In tal senso è necessario ricordare il ruolo fondamentale svolto dai gesuiti per il buon mantenimento dei rapporti con le popolazioni dell’America Latina. Sin dall’inizio della colonizzazione, infatti, si schierarono in difesa dei diritti delle popolazioni locali, facendo costanti richiami al rispetto dei diritti naturali, denunciando soprusi e violenze commesse da chi approfittava della lontananza dalla propria patria per lucrare sulle popolazione locali, disobbedendo alle disposizioni dell’allora regina Isabella di Castiglia che intimava ai suoi sudditi il massimo rispetto degli indigeni, contro lo sfruttamento economico.

Parimenti il papa, attraverso numerose lettere, scoraggiava qualsiasi tipo di conversione forzata nonché la schiavitù degli indios, “uomini al pari nostro”. La propaganda contro la colonizzazione dell’America Latina parte dunque dalle denunce fatte dagli uomini di Chiesa che affiancavano gli spagnoli; richiami che nel corso della colonizzazione del Nord America da parte dell’Inghilterra protestante e anticattolica non sono mai avvenuti, nonostante la colonizzazione anglosassone sia avvenuta tutt’altro che pacificamente, al punto che gli indiani d’America sono stati quasi completamente eliminati.

Fatto sta che nel 1773 papa Clemente XIV, pressato dalla congiura dei “philosophes anticristiani”, dopo le continue calunnie e la massiccia propaganda antigesuita, sciolse ufficialmente la Compagnia di Gesù (vedi Vittorio Messori, Pensare la storia). I Gesuiti però sopravvissero in Russia sotto la protezione dell’imperatrice Caterina II, fino a che papa Pio VII nel 1814 diede avvio alla restaurazione della Compagnia continuando così la loro missione apostolica, fino ai giorni nostri, ad Maiorem Dei Gloriam .

[La prima parte è stata pubblicata ieri, lunedì 30 luglio]

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ZENIT Staff

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