"Promised Land"

Un film in cui si sostiene il valore del prendersi cura delle cose che ci sono state affidate senza farsi travisare dalle speranze di facili guadagni

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Steve Butler, fresco di promozione presso la società energetica per cui lavora grazie alle sue doti di venditore, arriva nella cittadina rurale di McKinley con la collega Sue Thomason: l’obiettivo è quello di far firmare agli agricoltori della zona un diritto di trivellazione in cambio di soldi che potrebbero alleviare le loro misere condizioni. L’obiettivo si presenta più difficile del previsto a causa delle obiezioni sul progetto sollevate dall’insegnante di scienze Frank Yates, in realtà ex-professore dell’MIT ora in pensione e dall’intervento dell’attivista ambientale Dustin Noble…

Il film sostiene il valore del prendersi cura delle cose che ci sono state affidate senza farsi travisare dalle speranze di facili guadagni. Gus Van Sant valorizza bene l’ambiente rurale in cui si svolge il racconto ma la sceneggiatura manca di incisività e corre troppo velocemente verso il lieto fine.

Steve, un giovane executive della Global Crosspower Solutions è andato a trovare Alice nella sua fattoria, ereditata dal padre. Steve, che ha trascorso anche lui la giovinezza nella fattoria del nonno, nota che c’è un’area del campo alquanto trascurata e si offre per darle qualche suggerimento per migliorarne la coltivazione. Alice, che è un’insegnante, gli chiarisce che in realtà quella zona non è per lei, ma per i suoi studenti. Steve è stupito: “Come? Insegni a dei figli di agricoltori a come fare gli agricoltori?” “No – risponde lei – insegno loro come prendersi cura di qualcosa”.

“Il prendersi cura” è il cuore etico del film, che si contrappone ai metodi della multinazionale da nove miliardi di dollari per cui lavora Steve. I loro meccanismi sono semplici e diretti: incentivare i giovani brillanti come Steve tramite una rapida scalata alla società, far leva sulla povertà di tanti agricoltori per indurli, con la promessa di guadagni immediati, a concedere un permesso di trivellazione, corrompere con soldi in nero i notabili della città perché convincano i loro concittadini ad accettare la proposta. Sono due atteggiamenti vitali che si confrontano e verso i quali il protagonista e sceneggiatore Matt Demon mostra chiaramente da che parte stare.

Ad un livello più in superficie, il racconto sembra sviluppare un differente contrasto: quello fra una grande compagnia di trivellazione che vede la validità del disegno strategico di puntare sullo sfruttamento del gas naturale presente in quantità negli Stati Uniti per svincolarsi dalla dipendenza dal petrolio acquistato da paesi esteri e gli ecologisti, che sottolineano i rischi potenziali che la tecnica di trivellazione chiamata fraking può comportare, in particolare l’inquinamento delle falde acquifere.

Nel mezzo si trova Steve, che pur lavorando per la Global, non si interessa di strategie energetiche ma, cosciente, per una sua esperienza personale, che il lavoro nei campi non è in grado di portare alcun benessere, cerca di convincere gli agricoltori a firmare le concessioni soprattutto per dare un futuro migliore ai loro figli. Steve si sente uno di loro (porta sempre gli scarponi che gli ha regalato il nonno), ci tiene a mantenere buoni rapporti e ripete sempre: “sono una brava persona”.

Il contrasto sfruttamento-ecologia è la parte più deludente del film: sviluppa un confronto molto poltically-correct presentando le ragioni dell’una e dell’altra parte ma poi scivola nel didattico e banalizza troppo il contrasto enfatizzando il ritorno all’onesta terra. In realtà il problema strategico dell’energia rimane e sarebbe stato più puntuale un invito a trovare tecniche di trivellazione meno rischiose (l’uso del fraking è stato vietato in molti paesi).

Il regista Gus Van Sant si concentra più volentieri sul primo tipo di conflitto, quello fra il valore della terra e il valore del denaro. Si compiace di intervallare il racconto con piani lunghi di terre verdi e non si limita a presentare singoli agricoltori che reagiscono diversamente alla proposta di Steve ma ci tiene a mostrare come vive una piccola comunità coesa, che organizza di domenica feste campestri per i loro ragazzi o si ritrova nella palestra della scuola per prender decisioni in comune.

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Titolo Originale: Promised Land

Paese: USA

Anno: 2012

Regia: Gus Van Sant

Sceneggiatura: John Krasinski, Matt Damon

Produzione: FOCUS FEATURES, PEARL STREET FILMS, PARTICIPANT MEDIA, IMAGENATION ABU DHABI FZ

Durata: 95

Interpreti: Matt Damon, John Krasinski , Frances McDormand, Rosemarie DeWitt

Per ogni approfondimento http://www.familycinematv.it

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Franco Olearo

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