Per la prima volta nella storia a Mosul non ci sono più cristiani

Gli ultimi 25 cristiani, malati gravi o disabili ricoverati in ospedale, sarebbero rimasti uccisi dopo l’ultimatum dell’Isil dello scorso 19 luglio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

La seconda grande città dell’Iraq vive la più grande persecuzione durante la sua storia Cristiana. L’Iraq è la terra dei nostri antichi Padri dell’Antico Testamento: Abramo, Isacco e Giacobbe. Quella terra che conobbe il cristianesimo subito dopo la venuta del nostro Redentore Gesù Cristo, sta continuando a vivere un periodo buio, di massacro e di persecuzione nei confronti dei cristiani da parte di ciò che è noto come Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL o ISIS).  

Quest’ultimo è uno Stato non riconosciuto nonché un gruppo musulmano salafita jihadista attivo in Siria e in Iraq. L’autoproclamazione della nascita dello Stato Islamico è avvenuta il 3 gennaio 2014, con a capo il comandante Abu Bakr al-Baghdadi. Questa organizzazione si è unita ad al Qaida in Iraq nel 2004, poi si separò. L’obiettivo dell’Isil è quello di imporre la sharia nei territori controllati e di realizzare un grande califfato islamico sunnita, riunendo le regioni a maggioranza sunnita di Siria e Iraq, all’interno di un unico Stato.

I membri dell’ISIL hanno attaccato Mosul il 10 luglio di quest’anno, entrando armati in tutte le case dei cristiani, e imponendo loro tre possibilità: conversione all’Islam; pagare la jizya, cioè l’imposta di capitazione, detta di “compensazione”, che dal periodo islamico classico fino al XIX secolo ogni suddito non-musulmano non facente parte della popolazione islamica pagava alle autorità islamiche; oppure di abbandonare la città. 

I cristiani di Mosul formano la gran parte della popolazione della città dopo i musulmani sunniti che sono la maggioranza. In Iraq sono presenti diverse Chiese, tra le quali annoveriamo: la Chiesa Caldea Cattolica, la Chiesa Siriaca (sia Cattolica che Ortodossa), la Chiesa Assira d’Oriente, la Chiesa Greco Cattolica Melchita, la Chiesa Greco Ortodossa e la Chiesa Maronita Cattolica. Da ricordare che le prime tre Chiese citate hanno a Mosul una presenza capillare.

Ogni cristiano che rifiuta le tre possibilità imposte dall’ISIL è destinato a passare a fil di spada. Si contano già a centinaia i cristiani che sono stati massacrati a causa della loro fede e del loro amore a Cristo Gesù. Sono emigrate da Mosul più di quindicimila persone in venti giorni e gli ultimi cristiani che sono rimasti lì, dopo l’ultimatum (19 luglio) dei jihadisti, erano 25 persone, malati gravi o disabili che stavano all’ospedale. La loro fine non è stata migliore degli altri cristiani perché son stati ugualmente massacrati.

Per la prima volta nella storia cristiana l’antica terra irachena, si svuota totalmente di cristiani a seguito della strage operata dai musulmani jihadisti appoggiati dalle nazioni che assicurano un approvvigionamento di armi, soldi nonché tutto l’appoggio necessario. Gli emigrati di Mosul sono stati obbligati ad andare via dalla loro città senza portare nulla con loro, né vestiti, né cibo, senza mezzi di trasporto, e senza soldi. Tanti di loro sono scappati così come sono venuti al mondo, cioè nudi totalmente sotto un controllo rigido da parte dell’ISIL, che conta oggi tra le sue fila circa ventimila uomini armati.

La persecuzione continua e i martiri di fede cristiana aumentano. Papa Francesco ci ha detto in uno di suoi ultimi Angelus: ”Il numero di martiri cristiani degli ultimi anni ha superato di molto quello dei primi secoli del cristianesimo”. Veramente la situazione attuale di cristiani in Iraq e in Siria è insopportabile e occorre molta preghiera e digiuno. Oltre ciò è necessario che i responsabili delle nazioni che appoggiano il terrorismo e l’ISIL riacquistino una coscienza e smettano di sostenere queste milizie. È l’unico viatico per riconsegnare l’Iraq e il Medio Oriente a un destino di convivenza inter-confessionale e di dialogo.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Fadi Rahi

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione