Paolo VI e il pluralismo teologico

L’11 aprile 1969 fu istituita la Commissione Teologica Internazionale, nata su impulso del Sinodo dei Vescovi e accolta con entusiasmo da papa Montini

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Terminato il concilio Vaticano II l’8 dicembre 1965 iniziava la non meno complessa applicazione e in ciò si distinse, come nella conduzione dell’assise conciliare, Paolo VI. Uno degli strumenti per la ricezione fu il Sinodo dei Vescovi il quale nella prima assemblea propose d’istituire presso la Congregazione per la dottrina della Fede una Commissione Teologica Internazionale; tale sollecitazione venne subito raccolta da papa Montini che gli diede concretezza l’11 aprile 1969.

Una questione ritenuta importante da affrontare fu quella del pluralismo teologico tanto che presto venne istituita una speciale sottocommissione impegnata a riflettere ed approfondire tale tematica; ciò condusse nel 1972 alla pubblicazione del documento L’unità della fede e il pluralismo teologico, ossia il testo delle proposizioni approvate «in forma specifica» dalla Commissione Teologica Internazionale di cui un sostanziale commento si trova nel volume Pluralismo: unità della fede e pluralismo teologico edito nel 1974, frutto della riflessione di cui uno degli animatori fu il teologo Joseph Ratzinger.

Quasi come a rapida applicazione di quanto enunciato il 4 maggio 1972 fu emanato il Decretum approbationis scriptorum et doctrinae Ioannis Duns Scoti in cui in cui veniva usata la tradizionale formula «nihil obstare quominus ad ulteriora procedatur», ossia poteva continuare la causa di beatificazione del teologo francescano Giovanni Duns Scoto essendo i suoi scritti e la sua dottrina consona alla fede della Chiesa. Precedentemente non si giunse a tale risultato proprio a motivo che disconoscendo un pluralismo teologico la dottrina di san Tommaso d’Aquindo, o meglio il tomismo, fu identificato tuot court con la dottrina della Chiesa.

Ma in tale cammino un ruolo importante ebbe prprio Paolo VI che – quasi a darne l’esempio – nel 1966 firmava la Lettera Apostolica Alma parens in occasione del Settimo Centenario della nascita di Giovanni Duns Scoto. Si può dire che anche in ciò papa Montini compì un passaggio nella storia ecclesiale e specificatamente della teologia indicando con tale documento un retto pluralismo teologico.

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Per un approfondimento ulteriore cfr. http://www.cristianocattolico.it/catechesi/santi/paolo-vi-giovanni-duns-scoto-e-il-pluralismo-teologico.html

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Pietro Messa

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