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Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 21,34-36

Lettura

Il passo precedente ci invitava a non avere terrore del futuro, ma a fondare la nostra speranza sulla parola del Cristo e ad aprirci al Regno con fiducia di figli, ad accogliere con gioia la volontà di salvezza che ci è offerta nella nostra storia. Ora siamo invitati ad avere un rapporto sano con le cose della terra, affinché il nostro spirito non smarrisca il fine ultimo del nostro vivere, e a saperci preparare a esso. Il tempo che ci è donato è il tempo di grazia, di preparazione e di accoglienza delle meraviglie che Dio opera per noi.

Meditazione

L’invito alla veglia e alla preghiera è forte, Signore, così come lo è stato per Pietro, Giacomo e Giovanni nell’Orto degli Ulivi. Vegliare e pregare per non cadere in tentazione. Come loro, Signore, i nostri occhi spesso si appesantiscono, sono resi stanchi dalla fatica, dal piacere, dalle lacrime di un dolore a cui spesso non siamo capaci di dare un senso. Siamo tanto presi dalle nostre vicende che il sonno dello spirito ci sovrasta, ci paralizza, restiamo così, spiazzati e inermi a qualsiasi sollecitazione. Lasciamo passare il tempo che ci doni quasi inutilmente, senza riuscire a coglierne sensazioni e sfumature di luci. Torpore che ci porta a smarrire il senso della nostra vita e della stessa chiamata a non saper leggere e accogliere la tua salvezza. Vegliare e pregare, per poter comparire alla tua presenza con l’abito giusto, non del malato, ma della festa, non sfigurati dal peccato ma col volto luminoso dei figli della luce. Resi belli da quello Spirito che è vita, che è dono, che è vera sapienza, che è comprensione profonda degli eventi e della storia, che è capacità di assumersi responsabilità con la gioia di chi sa che non è solo e abbandonato a se stesso. Vivere la propria vita tenendo presente che siamo strumenti nelle tue mani e non il fine di noi stessi.  «Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»: sia questa la luce nel nostro cammino, affinché un giorno possa trovarci svegli e pronti per rimettere tutto noi stessi a te, che sei il compimento e il senso del nostro essere.

Preghiera

«Un guerriero della luce accetta totalmente la propria Leggenda Personale. I suoi compagni commentano: “la sua fede è sorprendente!”. Il guerriero ne è orgoglioso per qualche istante, e subito dopo si vergogna di ciò che ha sentito, perché non possiede la fede che dimostra. In quel momento il suo angelo sussurra: “Sei solo uno strumento della luce. Non hai motivo di vantarti ne di sentirti colpevole. C’è solo il motivo di gioire”. E il guerriero della luce, consapevole di essere uno strumento, si sente più tranquillo e sicuro» (P. Coelho).

Agire

Oggi mi riservo un’ora per me, per lasciarmi illuminare e lasciarmi pacificare dalla tua luce con me stesso.

Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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