Libano: La Chiesa si attiva per i rifugiati iracheni e siriani

In occasione della Pasqua l’Eparchia caldea di Beirut ha lanciato un appello per raccogliere fondi in loro favore

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L’Eparchia caldea di Beirut si prodiga per i rifugiati cristiani iracheni e siriani in Libano. In occasione della Pasqua, è stato infatti diffuso un appello, rilanciato dal sito Baghdadhope e ripreso dall’agenzia Sir, per raccogliere fondi in loro favore. La situazione in cui versano le circa 3mila famiglie di rifugiati, si legge, “è deplorevole”. Si denuncia che “non hanno accesso alle cure sanitarie pubbliche se non in casi eccezionali e di volta in volta autorizzati dal ministero competente, e le strutture private, per quanto garantiscano in alcuni casi il 50% del costo delle cure, non prendono in carico i malati oncologici e quelli bisognosi di interventi chirurgici impegnativi”.

Già dal 2011 esiste nella zona di Sid El Baouchriyeh, a nord di Beirut, il Centro medico e sociale di Saint Michael, che a titolo quasi completamente gratuito garantisce cure, analisi, piccoli interventi di chirurgia e farmaci ai rifugiati. Il centro, creato dalla Chiesa caldea, è solo parte di un progetto che prevede la costruzione di un nuovo edificio di culto cui sarà annessa una mensa per i poveri, un ufficio che metta in contatto i profughi con i datori di lavoro, e un centro di prima accoglienza. Per queste iniziative la Chiesa caldea chiede sostegno finanziario.

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ZENIT Staff

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