L'istruzione: garanzia di speranza per il Pakistan

200 ragazze musulmane iscritte nella scuola cattolica di Swat e il nuovo programma di alfabetizzazione presentato alla “Giornata per Malala”

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PAKISTAN, domenica, 11 novembre 2012 (ZENIT.org) – Sono oltre 200 le ragazze musulmane iscritte alla scuola cattolica femminile delle Suore della Presentazione a Sangota, nel cuore della Valle di Swat, colpita nel 2007 e nel 2009 dai talebani che dominavano la valle e costretta alla chiusura.

L’istituto, nato nel 1962, “ha riaperto da alcuni mesi ed è in via di completa ricostruzione” riferisce all’Agenzia Fides suor Riffat Sadiq, in passato preside della stessa scuola, raccontando l’impegno delle religiose nella “Giornata per Malala”.

Durante la campagna contro l’istruzione femminile, gruppi talebani avevano, infatti, costretto alla chiusura oltre 400 scuole e 150 erano state distrutte o colpite da attentati esplosivi, tra cui anche l’istituto di Sangota. Nella primavera del 2012 la scuola delle Suore della Presentazione ha riaperto i battenti e in pochi mesi le iscrizioni sono lievitate fino a 200.

“Appena altre aule saranno ultimate, diventeranno molte di più”, spiega suor Riffat, ricordando che, prima della chiusura forzata, la scuola aveva oltre 1.000 allieve. “Le ragazze iscritte sono per la quasi totalità musulmane, di famiglie tribali e molto povere – aggiunge – La popolazione locale è felice, ci sostiene e ci incoraggia molto per quest’opera. Confidiamo nella Provvidenza di Dio perché possa andare avanti senza altri attentati”.

L’istruzione, cuore e carisma della missione delle Suore della Presentazione, precisa ancora la religiosa “è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del paese: in tal modo noi diamo un contributo alla nostra nazione”. Le Suore della Presentazione sono presenti, infatti, nel subcontinente indiano da oltre 100 anni, gestiscono 9 scuole in tre province del Pakistan (Sindh, Punjab, Khyber-Pakhtunkhwa), garantendo l’istruzione per oltre 7.000 bambine e ragazze, perlopiù musulmane.

“Credo questo sia un segno di speranza – conclude – anche pensando alla vicenda di Malala Yusufzai: nella Giornata di oggi a lei dedicata le inviamo tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto: siamo impegnate sullo stesso fronte”.

La “Giornata per Malala” – celebrata oggi in Pakistan, nel Regno unito e in altre parti de mondo – vuole ricordare l’attivista 15enne, sopravvissuta un mese fa ad un terribile attentato per mano dei talebani.

L’evento ha riunito il governo pakistano, le Chiese e le minoranze, la società civile e tutta la nazione come riferisce l’agenzia Fides. In questa occasione, il governo nazionale ha lanciato un nuovo programma quadriennale di alfabetizzazione che raggiungerà oltre tre milione di bambini di famiglie povere, in aree remote o degradate.

“Il Pakistan non permetterà ai radicali di imporre i loro piani. Malala Yusufzai è il volto moderato, moderno, e plurale del Pakistan” ha detto il Primo ministro Raja Pervez Ashraf, definendo la quindicenne “voce che ha difeso l’istruzione femminile, diritto garantito nella Costituzione”.

Anche Paul Bhatti, Ministro federale per l’Armonia, interpellato dall’Agenzia Fides, ha dichiarato: “Malala lascerà un segno importante nella storia del Pakistan. È una bambina che già da quando aveva 9 anni ha alzato la sua voce contro l’ingiustizia e l’estremismo nella società. Oggi tutta la società pakistana ha preso coscienza dell’urgenza di combattere il terrorismo e l’estremismo e di garantire i diritti delle donne”.

“Il governo – ha proseguito il ministro – pensa anche di cambiare la definizione stessa di ‘talebani’ (che significa ‘studenti’), in quanto essi sono solo criminali, non certo studenti. Speriamo che il programma di istruzione femminile appena inaugurato possa avere effetti positivi, anche se c’è da combattere una mentalità radicata nelle famiglie, che non mandano le bambine a scuola”.

“La vicenda di Malala e la mobilitazione odierna – ha concluso poi Bhatti – mostra alla comunità internazionale che nella società del Pakistan c’è la speranza di costruire e tutelare il pluralismo e il rispetto della dignità umana”. 

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ZENIT Staff

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