Jean-Claude Juncker eletto presidente della Commissione Europea

Crescita, competitività e investimenti tra le priorità del suo programma. Annunciata anche la nomina di un commissario per l’Immigrazione che collabori con Stati membri e Paesi coinvolti dal fenomeno

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Via libera oggi del Parlamento UE alla nomina di Jean Claude Juncker come prossimo presidente della Commissione Europea. L’ex premier lussemburghese ha ottenuto nella sessione plenaria di Strasburgo 422 voti a favore, superiori alla maggioranza assoluta di 376 voti su 751 deputati. In totale, ivotanti sono stati 729, i contrari 250.

Nel discorso precedente alla votazione, il successore di José Manuel Barroso aveva sottolineato che la sua priorità fosse “rafforzare la competitività e stimolare gli investimenti”. Nei primi tre mesi, si propone quindi di presentare “un ambizioso pacchetto per lavoro, crescita e investimenti che attraverso la Bei e il bilancio europeo mobiliterà fino a trecento miliardi in tre anni”.

Ha inoltre confermato l’intenzione di creare “un commissario per l’Immigrazione che lavori assieme agli Stati membri e con i Paesi terzi più coinvolti dal fenomeno”. “Creeremo un governo economico” della Unione Europea – ha poi annunciato Juncker – che dovrà essere “rigorosa con le riforme strutturali”, e si dovrà “riflettere a stimoli finanziari” per accompagnarle con la creazione di “una capacità di bilancio propria dell’Eurozona”.

La UE, ha sottolineato il presidente, ha infatti bisogno di “un Governo economico” unico, che consenta un “miglior coordinamento delle nostre politiche economiche”. E i Paesi dell’Euro necessitando di essere appresentati “da una voce sola” nei rapporti con le istituzioni globali, come il Fondo monetario internazionale.

Fra le iniziative per rafforzare l’Unione economica e monetaria, Juncker include le “proposte per incoraggiare le riforme strutturali”, se necessario attraverso incentivi finanziari aggiuntivi e capacità fiscali mirate a livello della zona euro. “C’è un 29esimo Stato adesso – ha detto – nel quale abitano coloro che non hanno lavoro, giovani disoccupati, coloro che restano per strada, che restano emarginati. Vorrei che tornasse a essere un normale Stato membro”.

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ZENIT Staff

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