Iraq: chiesto un "atto di grazia" per Tareq Aziz

Il presidente della Società Imperiale di Palestina, organizzazione russo-ortodossa, chiede al neo-presidente iracheno di liberare il settantottenne ex braccio destro di Saddam Hussein

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La richiesta di un atto di umanità è giunta a Fuad Masum, neo-presidente dell’Iraq, da Serghey Stapashin, presidente della Società Imperiale di Palestina, creata nel 1882 dallo Zar Alessandro III anche per rafforzare la presenza russa in Terra Santa. Stapashin chiede che sia liberato Tareq Aziz, già ministro degli Esteri e vice-primo ministro ai tempi i Saddam Hussein, in carcere a Baghdad da 12 anni.

“Questo anziano di 78 anni – si legge nella lettera-appello di Stapashin, inviata ai media nazionali russi e consultata dall’agenzia Fides – è seriamente malato. Ha avuto un ictus, soffre di diabete in forma acuta e ha problemi cardiaci e polmonari”. Nella situazione irachena, segnata dalle “atrocità commesse dai terroristi dello Stato Islamico – si legge nella lettera di Stapashin – un atto di grazia nei confronti di Aziz aiuterebbe a promuovere i principi umanitari nella società irachena, e invierebbe un segnale chiaro e positivo all’intera comunità internazionale”.

Nel 2010 Aziz fu condannato a morte dalla corte penale di Baghdad per “crimini contro l’umanità”. Nel 2013 i suoi legali scrissero allora al Papa, per far sapere che preferiva essere ucciso piuttosto che sopportare una detenzione carceraria nelle penose condizioni in cui si trova. Nel settembre scorso la voce circa una sua possibile scarcerazione era iniziata a circolare. Tareq Aziz, nativo di una località della Piana di Ninive, teatro di aggressioni dei miliziani islamici dell’Isis negli ultimi mesi, appartiene a una famiglia cristiana di tradizione caldea.

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ZENIT Staff

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