Il più grande regalo che i genitori possono fare ai figli è trasmettere la fede

Il card. Angelo Comastri ricorda la figura di Sant’Anna

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di Sergio Mora

Roma, giovedì 26 luglio  2012 (ZENIT.org).- Di sant’Anna e san Gioacchino non si sa praticamente nulla, ma vendendo la loro figlia, Maria si può capire come erano. A casa i figli imparano dai genitori e ascoltando il Magnificat si può capire quanto Maria abbia imparato in una epoca nella quale tutte le conoscenze si tramandavano oralmente. Con queste parole pronunciate nel corso dell’omelia nella chiesa di Sant’Anna in Vaticano. il cardinale Angelo Comastri ha spiegato la festività della madre di Maria, invitando i genitori a insegnare la fede ai loro figli, principalmente con l’esempio.

Il cardinale ha ricordato che “i Vangeli non ci danno neanche i nomi dei genitori di Maria, li abbiamo conosciuti da una antica tradizione che risale al secondo secolo e che attinge sicuramente al periodo apostolico”. Ci sono pochissime notizie, “ma questo è bello – ha proseguito –  è intuire com è una famiglia guardando i figli. Guardando Maria possiamo capire chi erano i suoi genitori e conoscere le loro caratteristiche spirituali”.

Il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano ha ricordato che nel “sì di Maria, così bello, così pulito e sincero, generoso e fedele si vede che aveva imparato in casa a mettere Dio al primo posto, seguendo l’esempio dei suoi genitori. Maria aveva sentito le parole della Bibbia dove è detto il Signore è l’unico, ama il Signore con tutto il cuore e tutta la mente”.

E ha ricordato che c’è un’altra luce che brilla in Maria e che in maniera indiretta ci rivela le caratteristiche della sua famiglia, ed è il Magnificat, il cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca, nel quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo.

“Molti si meravigliano come ha fatto a pronunciare queste parole cosi belle” ha detto il cardinale, ed ha aggiunto: “Forse il Magnificat è la più bella profezia di tutto il nuovo testamento ed è tutto un intarsio di citazioni bibliche. Questo vuol dire che nella casa di Maria i genitori spessissimo ripetevano la scrittura, e visto che non c’erano nè ibri, né registratori, tutto si imparava a memoria”.

Maria fa capire che Lei è beata non perché la sua casa dopo l’annuncio dell’angelo è diventata una villa; ne i suoi vestiti sono diventati tinti di porpora. Davanti a Dio queste cose non contano, ma il cuore di Maria scoppia di gioia grazie a Dio salvatore, che ha posato il suo sguardo sulla sua serva perché chi non ha Dio nella sua casa è un poveraccio anche se ha le maniglie d’oro.

In cardinale Comastri ha indicato come Maria a  una età giovanissima, di circa 16 anni “ha il coraggio di fornire una profezia impressionante: in quel momento Erode comandava, Augusto a Roma governava su tutto l’impero, ma Maria annuncia: Dio ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.

E ha ricordato che tutto questo Maria lo ha imparato a casa. per questo motivo il porporato ha invitato i fedeli a pregare perché nelle nostre case ritorni questo stile, questa trasmissione di fede dei genitori verso i figli, dei grandi verso i piccoli perché il più grande regalo che noi possiamo fare è trasmettere la fede.

In che modo i genitori possono trovare il modo di trasmettere la fede in un mondo così agitato come quello di oggi?, ha chiesto ZENIT a sua eminenza. “Quando una persona – ha risposto il porporato – ha dentro la luce, illumina gli altri. Santa Teresa indica che un carbone acceso anche se lo mettono in un angolo riscalda, oggi i tempi sono difficili a volte ci sembra di stare in un angolo ma state tranquilli che se abbiamo la luce la trasmettiamo”. 

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ZENIT Staff

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