Il pellegrinaggio interiore dell'adozione

La peregrinazione spirituale, che si vive nell’attesa dell’adozione, rende davvero fecondi i genitori, perchè concepiscono i loro figli nel desiderio del loro cuore

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Stiamo assistendo negli ultimi tempi ad un numero sempre più basso di coppie che chiedono ai tribunali dei minori il decreto di idoneità per l’adozione nazionale ed internazionale. Questa situazione avrà degli effetti negativi nei prossimi anni: ci saranno sempre meno coppie italiane che saranno disponibili ad accogliere un bambino tramite l’adozione.

Vengono preferite altre vie per raggiungere il desiderio di genitorialità: la fecondazione omologa ed eterologa, la maternità in affitto, riscuotono sempre maggiore consensi rispetto alla scelta adottiva.

Per questo è necessario parlare sempre di più dell’adozione, per esaltare questa forma di accoglienza che è capace di sanare spiritualmente sia le famiglie sterili che i minori abbandonati.

L’adozione è un sogno di tanti bambini e di tante famiglie, perchè racchiude ognuno i bisogni e le esigenze dell’altro: il desiderio dei genitori di accogliere i loro figli e il sogno dei bambini di avere una madre e un padre. Dentro questa reciprocità di bisogno e di amore nasce e matura il progetto adottivo.

La gravidanza biologica viene sostituita da un lungo pellegrinaggio interiore per i genitori adottivi. E proprio l’aspetto della peregrinazione interiore è la dimensione affascinante dell’adozione, Coloro che prediligono la maternità in affitto o le varie forme di procreazione in vitro, scartono la scelta adottiva, perchè ritengono l’attesa come un un tempo indefinito, incerto e soprattutto infecondo.

In realtà l’attesa adottiva ha un carico di fecondità interiore che solo chi ci è passato come genitore conosce, comprende ed esalta.

La peregrinazione spirituale, che si vive nell’attesa, rende davvero fecondi i genitori, perchè concepiscono i loro figli nel desiderio del loro cuore. La gente che non conosce il mondo dell’adozione associa la parola adozione ai lunghi tempi di attesa e al entusiasmante viaggio che i genitori sono chiamati a compiere per abbracciare i loro figli dall’altra parte del mondo.

Invece, poco è conosciuto la peregrinazione interiore dei genitori adottivi, quel nascosto cammino del cuore che condurrà allo straordinario momento dell’incontro con i figli.

E’ un cammino costellato da tanti interrogativi. Da dove verranno i nostri figli? Saranno già nati o non sono stati ancora concepiti? Quale sarà la loro storia di abbandono? Sarà in grado di essere un genitore capace di accompagnarli e guidarli nella vita?

Tutte queste domande racchiudono il senso profondo della vita e spingono ad un movimento interiore verso se stessi e verso il proprio coniuge.

Chi sceglie l’adozione è consapevole di essere protagonista di una storia di salvezza. Si avverte quel senso di inadeguatezza per il grande privilegio di avere risposto ad una chiamata così grande: riparare ad una situazione di abbandono di un minore. E questa chiamata alla riparazione è avvenuta non perchè quei genitori adottivi sono migliori dei genitori biologici che non hanno potuto accudire degnamente i loro figli per colpe  di cui spesso sono esenti.

I genitori adottivi avvertono la chiamata a custodire, accompagnare ed educare una vita predestinata a nascere in una famiglia ed essere accolta in un’altra famiglia. Gli effetti di questa benedizione sono impagabili: si avverte una pace e una gioia interiore, perchè si vive nella consapevolezza non solo di soddisfare il proprio bisogno di diventare genitori, ma soprattutto di essere protagonisti attivi nel servizio della carità verso coloro che hanno più bisogno di noi.

E la gioia del dare che è più grande di quella dell’avere: tutto questo si concretizza nella missione adottiva.

Per questo la peregrinazione interiore dell’adozione è un vero cammino spirituale, perchè conduce i genitori adottivi non solo a prepararsi all’incontro con i loro figli, ma soprattutto a percorrere un itinerario di salvezza, dove si sperimenta di essere guidati dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo, che è Colui che forma la famiglia adottiva.

Nello stesso tempo, lo Spirito Santo indica il cammino di tutta la famiglia adottiva verso la comunione dei santi nella patria celeste, dove non esisteranno più legami di carne ma tutti saremo in pienezza figli adottivi di Dio.

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Osvaldo Rinaldi

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