Benedetto XVI - Castel Gandolfo

Benedetto XVI a Castel Gandolfo - Foto (archivio) © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Il Papa arriva a Castel Gandolfo: si conclude così il "pellegrinaggio" di Benedetto XVI

Accolto dalle campane festanti, il Santo Padre rivolge poche semplici parole ai fedeli accorsi per accompagnarlo fino all’ultimo momento in cui sarà ancora Papa

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È l’atto conclusivo di un Pontificato durato solo otto anni. Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI è arrivato a Castel Gandolfo. Lì resterà per circa due mesi, fino a quando non verranno completati i lavori al Mater Ecclesiae, il monastero vaticano dove il Pontefice proseguirà il resto dei suoi giorni in preghiera.
A Roma riecheggia ancora il suono delle campane con cui tutte le Chiese della Capitale hanno voluto dare un solenne e personale addio al Papa. Intanto a Castel Gandolfo, la piccola Piazza della Libertà, antistante il Palazzo Apostolico, accoglie un folto gruppo di fedeli e cittadini, insieme a pellegrini, giornalisti e visitatori occasionali, tutti riuniti per vivere un pezzo di storia.
Il Santo Padre era partito alle 17.00 dall’eliporto vaticano. Poco prima, nel cortile di San Damaso, aveva salutato i superiori della Segreteria di Stato, guidati dal cardinale Tarcisio Bertone, i cardinali Vallini e Comastri e il picchetto della Guardia Svizzera. Dopo una breve sosta davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, si era poi recato in auto all’Eliporto, insieme al Segretario particolare, mons. George Ganswein. Ad accoglierlo lì il cardinale decano Angelo Sodano e il cardinale Giovanni Lajolo. Quindi, la partenza.
Castel Gandolfo dista da Roma circa 50 km. Alle 17.17, l’elicottero con a bordo il Santo Padre sta già sorvolando la campagna romana a pochi chilometri dalla cittadina. Un minuto dopo, partono i rintocchi festanti delle campane di tutte le Chiese della diocesi laziale di Albano. È il segnale: il Papa sta arrivando.
L’emozione generale cresce. Alle 17.23, l’elicottero atterra nell’eliporto delle Ville Pontificie. Benedetto XVI viene accolto dal cardinale Bertello e dalle autorità del Governatorato vaticano, dal Sindaco della città Milvia Monachesi, dal direttore delle Ville Petrillo e dal vescovo mons. Marcello Semeraro.
Altri 2 km in macchina e il Papa giunge al Palazzo Apostolico. Dopo alcuni brevi trepidanti secondi, la finestra che affaccia su Piazza della Libertà si spalanca. La folla invoca “Benedetto, Benedetto”, svettano i consueti striscioni con scritte di ringraziamento e gli applausi aumentano.
Un Papa visibilmente emozionato saluta affettuosamente con le braccia aperte tutti i fedeli. Dopo le 150.000 persone accorse ieri in piazza San Pietro per la sua ultima Udienza, forse il Santo Padre non si aspettava ancora un presenza così vasta. Eppure una grande parte del popolo di Dio è lì, desiderosa di stargli vicino fino all’ultimo minuto del suo Pontificato.
Le parole del Santo Padre sono poche, semplici, spontanee. Ora che mancano poche ore al termine del suo ministero, forse tutti abbiamo finalmente compreso che quel “poco calore” di cui è sempre stato accusato, in realtà è una naturale timidezza, una reale emozione nel vedere questo gregge di cui il Signore lo ha nominato Pastore.
“Grazie, cari amici – dice nel suo discorso a braccio – sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto!”.
“Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti – prosegue – sarò Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, fino alle otto di sera, poi non più”.
E poi la frase storica che chiude in bellezza un ministero guidato sempre dalla verità e dall’amore per Dio e per l’umanità: “Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità”.
Infine le ultime parole, prima di impartire la sua ultima benedizione apostolica: “Mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie!”. Nessun rimpianto, quindi, tantomeno un triste congedo, ma semplicemente un incoraggiamento a restare saldi in Dio, perché è Lui il vero conduttore della Barca di Pietro e non lascerà mai che essa affondi. Soprattutto dalle 20.00 di stasera in poi quando la sede sarà vacante.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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