Il cristianesimo: religione dell’immagine e della bellezza

I Santini la Bibbia dei poveri

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Antonio Gaspari

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 25 novembre 2008 (ZENIT.org).- “La religione cristiana fin dal primo Concilio ha approvato e sostenuto l’uso e la diffusione delle immagini sacre perché l’umanità ed il creato riflettono la bellezza di Dio”.

Lo ha detto martedì 25 novembre a Roma nella Sala Marconi della Radio Vaticana, monsignor Luigi De Magistris, Pro-penitenziere maggiore emerito, nel presentare il Primo Catalogo internazionale dei Santini in edizione bilingue italiano e inglese edito da UNIFICATO.

Il prelato ha spiegato che “il Signore ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, e con la scelta di Gesù di farsi uomo ha segnato  sul nostro volto la traccia del Suo volto”.

Per questo motivo, ha continuato il Pro-penitenziere maggiore emerito, “il corpo umano riflette la perfezione di Dio e la bellezza è implicita nella creazione perché ci viene da Dio”.

Dopo aver precisato che questo “è un fondamento ontologico e filosofico della religione cristiana chiaramente illustrato dalla Genesi” monsignor De Magistris ha sostenuto che “gli ebrei vietarono le immagini per timore dell’idolatria, mentre i cristiani già dal II sec. con il Concilio di Nicea autorizzarono e incoraggiarono le immagini sacre, perché aiutavano a comprendere il Dio che si era fatto uomo”.

“Un insegnamento magisteriale che verrà ribadito al Concilio di Trento”, ha aggiunto.

Parlando della grande valenza delle immaginette sacre nella storia della Chiesa, monsignor De Magistris ha sottolineato che i Santini “aiutano la comprensione, perché toccano il cuore, ci commuovono, e per secoli sono stati la Bibbia dei poveri”.

“Le rappresentazioni sensibili del sacro rafforzano la fede – ha aggiunto il prelato – e l’amore che la Chiesa ha professato per le arti ha favorito lo sviluppo di un’autentica pietà religiosa”.

Facendo riferimento al Primo catalogo internazionale dei Santini monsignor De Magistris ha benedetto l’opera e ha sottolineato che “le collezioni sono utilissime: sarà bene diffonderle anche per combattere l’invasione del sudiciume che oggi la stampa e la televisione, la radio, propinano. Bisogna contrapporre alle sozzerie che oggi sono di moda, un’arte bella e buona”.

Monsignor De Magistris ha poi rivelato un episodio poco conosciuto circa la ‘cattolicità’ di Antonio Gramsci, fondatore del Partito comunista italiano.

“Il mio conterraneo, Gramsci, – ha raccontato –  aveva nella sua stanza l’immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l’immagine di Gesù Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: ‘Perché non me l’avete portato?’. Gli portarono allora l’immagine di Gesù Bambino e Gramsci la baciò”.

“Gramsci è morto con i Sacramenti – ha concluso monsignor De Magistris -, è tornato alla fede della sua infanzia. La misericordia di Dio santamente ci ‘perseguita’. Il Signore non si rassegna a perderci”.

Paolo Deambrosi, Direttore editoriale di UNIFICATO, ha raccontato di aver incontrato per 15 anni,  almeno due volte l’anno, il compianto Gennaro Angiolino, uno dei più grandi cultori e studiosi di Santini ed immaginette sacre d’Italia e del mondo, e di avergli chiesto regolarmente: “quando pubblichiamo un catalogo dei Santini?”.

Ma la sua risposta era sempre la medesima: “per via dei milioni di Santini prodotti nei secoli, è difficilissimo ma si può fare, ci penserò e poi ti dirò”.

Deambrosi che è anche Vice Presidente dell’A.F.I.P. (Associazione Filatelisti Italiani Professionisti) ha commentato con rammarico che “purtroppo non è riuscito a darmi la risposta che attendevo”.

Il Direttore responsabile di UNIFICATO ha ammesso di “non aver creduto ai suoi occhi” quando Graziano Toni gli ha sottoposto il progetto per pubblicare una panoramica completa sulla produzione dei Santini dal 1500 ai primi del 1900, senza considerare tutte quelle notizie essenziali per conoscerne la storia e l’evoluzione nel tempo, e con un valore aggiunto non secondario: l’edizione bilingue.

Mostrando il Santino di San Antonio Maria Claret, protettore degli editori Deambrosi, ha concluso spiegando che l’opera “è rivolta non solo ai collezionisti, ma a tutti gli appassionati cultori di Santini, agli amanti dell’arte sacra e a tutti coloro che vorranno conoscere il valore dei pezzi conservati dai loro nonni”.

L’autore del primo Catalogo internazionale dei Santini, Graziano Toni, ha ricordato che “l’abitudine di cercare e conservare Santini è iniziata da bambino, ed è diventata una vera e propria passione, quando il suo parroco gli ha regalato la sua collezione privata”.

Illustrando il volume Toni ha spiegato che è nel Cinquecento che ha inizio l’epoca d’oro della produzione e della diffusione dei Santini e che nei secoli questa tradizione si è sviluppata grazie all’impegno delle botteghe di grandi artisti.

Toni ha sottolineato che questo primo Catalogo è “la prima pietra per scoprire e documentare la storia della ‘Bibbia dei poveri’ sperando di fornire un contributo di memoria e bellezza per le nuove generazioni”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione