I vescovi svizzeri intervengono per i cristiani del Medio Oriente

In una nota diffusa per la Settimana Santa, presuli e abati territoriali della Chiesa svizzera lanciano un appello a fare di tutto perché le popolazione cristiana non sia costretta a lasciare la sua patria

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I cristiani del Medio Oriente non siano costretti a lasciare quella che da sempre è “la loro patria”. È “un pressante appello” quello rivolto dai vescovi e gli abati territoriali della Chiesa svizzera”a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”, in una nota redatta in occasione della Settimana Santa.

Nel testo, ripreso dalla Radio Vaticana, i presuli scrivono: “È con il cuore gonfio di tristezza che guardiamo al Medio Oriente. Non possiamo non vedere l’emergenza degli sfollati, le violenze e le sofferenze di un numero troppo grande di persone. Ed è con grande preoccupazione che assistiamo al protrarsi dei conflitti; siamo profondamente delusi dal fatto che la disponibilità a trovare una soluzione dipenda fortemente dagli interessi di parte e da fattori politico economici”.

“Il senso di umanità, di responsabilità per la collettività, l’amore del prossimo, la libertà e la giustizia – si legge ancora nel testo – sono valori da rispettare anche e soprattutto in Medio Oriente, culla della nostra fede”.

In particolare, i vescovi svizzeri richiamano l’importanza di sostenere le istituzioni ecclesiali che spesso rappresentano “un barlume di speranza anche nei momenti bui”. Viene ricordata qundi la Colletta della Settimana Santa, sostenuta da molti anni dall’Associazione svizzera di Terra Santa e dalla Custodia francescana.

<p>Di qui l’invito ai fedeli ad essere “solidali e profondamente uniti ai fratelli e alle sorelle dei Paesi in cui è nato il Cristianesimo” e a mostrarsi “generosi nei confronti dei cristiani del Medio Oriente”, con “offerte e preghiere”.

“Anche se in questo momento non è possibile recarsi in alcuni di quei Paesi e quindi visitare certi luoghi santi – affermano i vescovi – vorremmo incoraggiarvi ad andare con gruppi e parrocchiani ad ammirare i preziosi tesori delle Chiese orientali che sono anche qui da noi e incontrare questi fratelli e queste sorelle in Cristo, così da conoscere le loro tradizioni e saperne di più sui loro luoghi d’origine”.

L’auspicio finale è quindi che “possa su questa regione martoriata, scendere la benedizione di Dio e portare la tanto sospirata riconciliazione”.  

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ZENIT Staff

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