I vescovi latinoamericani dichiarano "crisi umanitaria" il problema dei bambini migranti

57mila i minori giunti alle frontiere degli Stati Uniti illegalmente, non accompagnati da adulti, fra l’ottobre 2013 e il giugno 2014

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Sono “profondamente commossi” i vescovi dell’America Latina pensando alle sofferenze subite dalle migliaia di bambini e adolescenti emigrati dal Centro America e dal Messico verso gli Stati Uniti, ora detenuti e in attesa di essere rimandati nei loro Paesi di origine. Quindi, in un messaggio congiunto delle Conferenze Episcopali di Honduras, Messico, El Salvador, Guatemala e Stati Uniti, i presuli “mossi dall’amore di Cristo” hanno voluto manifestare ai piccoli migranti e alle famiglie la loro solidarietà e il loro impegno, oltre alle loro preghiere.

“Questi bambini – si legge nel messaggio, riportato da L’Osservatore Romano – hanno lasciato i propri Paesi spinti dalla povertà, dalla violenza e dal desiderio di ritrovare i loro genitori o i familiari che sono già emigrati, e ora, dopo aver affrontato ogni genere di difficoltà e pericolo, vivono una terribile emergenza umanitaria. Tale drammatica situazione ci riguarda tutti e dobbiamo impegnarci a ‘globalizzare la solidarietà’ riconoscendo, rispettando, promuovendo e difendendo la vita, la dignità e i diritti di tutte le persone, indipendentemente dal loro status di migranti”.

“Guardiamo con speranza alla Dichiarazione straordinaria di Managua – proseguono i vescovi – in cui i Paesi membri della Conferenza regionale sulla migrazione (Belize, Canada, Costa Rica, El Salvador, Stati Uniti, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana) hanno riconosciuto la corresponsabilità regionale e si sono impegnati ad attuare misure globali e articolate al fine di garantire al meglio gli interessi dei bambini e degli adolescenti, come anche l’unità familiare, a diffondere informazioni precise sui ‘pericoli del viaggio’ e dell’inesistenza dei permessi per coloro che giungono negli Stati Uniti, a lottare contro i gruppi criminosi del traffico illecito e della tratta di esseri umani, a migliorare le pratiche migratorie”.

I presuli – tra cui anche il cardinale arcivescovo di Tegucigalpa, Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, e il cardinale arcivescovo di Guadalajara, Francisco Robles Ortega – invocano pertantol’impegno collettivo, in modo da sradicare le cause strutturali dell’emigrazione irregolare dei minori, creando programmi di sviluppo sociale ed economico nelle comunità di origine, piani di riabilitazione e di reinserimento per coloro che rientrano. Le Conferenze Episcopali firmatarie si esprimono fra l’altro a favore della richiesta inviata alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti di dichiarare lo stato di “crisi umanitaria” per il problema dei bambini migranti.

Secondo gli ultimi dati, riportati sempre dal quotidiano vaticano, fra l’ottobre 2013 e il giugno 2014, oltre 57 mila minori sono arrivati alle frontiere degli Usa illegalmente, non accompagnati da adulti. Una cifra destinata a crescere, secondo il governo di Washington. La maggior parte si è concentrata lungo il confine sud-est, nella zona della Valle del Rio Grande (South Texas).

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ZENIT Staff

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