Ddl Cirinnà: la protesta del mondo associativo

Per il Forum Famiglie la bozza di legge non è emendabile né moderabile, mentre secondo il Movimento Cristiano Lavoratori le priorità del Parlamento dovrebbero essere “ben altre”

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“Purtroppo il testo base della relatrice Cirinnà in materia di regolamentazione delle unioni civili non è cambiato ed è stato adottato come testo base dalla Commissione Giustizia del Senato con un inconsueto accordo tra Pd e M5S”. Lo dichiara in un comunicato il Forum delle Associazioni Familiari.

“Nonostante tutti, o quasi – prosegue la nota – abbiano cercato di farle cambiare idea (società civile, opposizioni, maggioranza di Area popolare e perfino il Pd) la sua proposta di legge rimane sostanzialmente invariata. E dietro il falso obiettivo del riconoscimento delle unioni civili si vuole introdurre il matrimonio omosessuale”.

Lo stesso Pd nella scorsa settimana aveva indicato il modello tedesco – con l’introduzione di un istituto giuridico specifico per le coppie omosessuali ben distinto dal matrimonio – come soluzione per sbloccare il dibattito in materia: “Una netta distinzione sostanziale tra unioni civili e coppie coniugate indicata come necessaria dalla Costituzione e ribadita negli ultimi mesi sia dalla Consulta che dalla Cassazione”, afferma il Forum.

“Dichiarazioni vane perché con l’approvazione di un testo come quello in esame ci troveremmo ad avere due matrimoni paralleli, uguali per la legge ma diversi per la natura: quello ‘etero’ (ex art. 29 della Costituzione) e quello ‘omo’, che però non può non far riferimento a norme diverse visto che le unioni civili sono formazioni sociali regolate dall’art. 2 della Carta”.

“Non è neanche la prima volta che si opererebbe in contrasto alla legge sulla questione del matrimonio tra persone omosessuali, vista l’insistenza di alcuni sindaci a trascrivere matrimoni contratti all’estero tra omosessuali nonostante il Tar Lazio abbia dichiarato tali matrimoni intrascrivibili”.

“L’intento di introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso è manifesto e leggibile da chiunque: le parti di un’unione civile potranno scegliere un cognome comune e anche adottare il figlio biologico del partner, avere una quota di eredità e anche la pensione di reversibilità, così come previsto per i coniugi. All’unione civile è anche scritto esplicitamente che si debbano applicare le disposizioni del Codice Civile relative al matrimonio tra uomo e donna. Se non fosse ancora abbastanza chiaro la proposta di legge specifica: “le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, nei decreti e nei regolamenti, si applicano anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso”.

“Si tenta di far quadrare un cerchio. Però legge e giurisprudenza parlano chiaro: per le unioni tra persone dello stesso sesso c’è spazio solo per una disciplina diversa non solo nel nome o nella forma rispetto al matrimonio tra uomo e donna ma diversa anche nella sostanza”.

“Un testo come quello presentato non è neppure emendabile né moderabile, a meno di stravolgerne completamente l’impianto. Ci auguriamo che le esigenze della politica non abbiano il sopravvento e facciano diventare possibile l’impossibile, lecito l’illecito e perfino costituzionale l’incostituzionale, conclude poi la nota del Forum delle Associazioni Familiari.

Contrarietà al DDL Cirinnà è stata espressa anche dal Movimento Cristiano Lavoratori. “Sono radicalmente contrario allo snaturamento dell’istituto matrimoniale, così come sono contrario a qualsiasi pratica che abbia come vittime i soggetti più deboli: i bambini e le donne. I figli non si pagano e gli uteri non si affittano”, ha affermato Carlo Costalli, presidente del MCL.

“Si vogliono equiparare le unioni gay al matrimonio, consentendo anche di accedere a meccanismi di filiazione innaturale, legittimando il ricorso all’utero in affitto”, ha precisato ancora Costalli.

 Per il presidente del MCL “l’opposizione a questa ulteriore forzatura operata da una lobby faziosa – con una maggioranza fittizia e improvvisata – che vorrebbe minare la nostra società scardinandone i valori fondamentali, che ne costituiscono l’asse portante, deve essere durissima e intransigente: come indica papa Francesco, dobbiamo resistere all’ideologia del gender che egli stesso ha definito ‘un errore della mente umana’”.

 “Le priorità che il Parlamento dovrebbe darsi sono ben altre: i bisogni concreti delle famiglie ‘vere’ che fanno fatica ad arrivare a fine mese – anche per una tassazione fuori controllo – e, con fatica, crescono i propri figli, magari prendendosi cura pure di anziani non autosufficienti”, ha concluso Costalli.

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ZENIT Staff

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