Al via la beatificazione di Enrico Medi, scienziato laico, padre di sei figli

Figura di spicco del laicato del XX secolo, il Servo di Dio offrì, attraverso la fisica e la politca, le sue energie e il suo sapere per aiutare l’altro e costruire una umanità migliore

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Sabato 26 settembre si è conclusa a Senigallia l’Inchiesta diocesana sulla vita le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Enrico Medi, laico e padre di famiglia. Medi fu una figura di spicco nel laicato cattolico del XX secolo ed è significativo che l’evento sia coinciso con la domenica dell’Incontro delle famiglie, nel corso dell’Anno della Fede.

Formato dai gesuiti, Enrico fu figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina e godette della stima e della amicizia di Pio XII e di Paolo VI. Nacque a Porto Recanati, il 26 aprile 1911, da un noto medico chirurgo. Visse la sua infanzia, dal 1914 al 1920, a Belvedere Ostrense con la famiglia ed i nonni. Il 20 ottobre 1920 nella cappellina privata della sua casa ricevette la Prima Comunione. In quell’anno si trasferì poi a Roma, frequentando gli studi prima nel Collegio Santa Maria, poi nell’Istituto Massimo, dove fondò la Lega Missionaria degli studenti.

A diciassette anni si iscrisse all’università, conseguendo nel 1932 la laurea in fisica pura con Enrico Fermi. Diventò poi assistente del prof. Lo Surdo fino al 1937, anno in cui conseguì la libera docenza in fisica terrestre. Nel 1938 sposò Enrica Zanini laureata in chimica e farmacia. Dalla loro unione nacquero sei figlie.

Nel 1942, Enrico fuchiamato alla cattedra di fisica sperimentale dell’Università di Palermo. E’ sua la prima tesi al mondo sul neutrone, così come le prime esperienze sul radar. Anche i suoi studi sulle fasce ionizzanti dell’alta atmosfera ebbero molto successo. 

Dopo la triste esperienza della guerra e del fascismo, durante la quale a Belvedere Ostrense si adoperò per alleviare le sofferenze dei concittadini, nel 1946, Medi fu eletto all’Assemblea Costituente e successivamente deputato al Parlamento nella prima legislatura della Repubblica. La sua carriera politica giunse al culmine nel 1971 quando risultò primo degli eletti (75.000 voti di preferenza) al Consiglio Comunale di Roma. Come ricorda il saggista Federico Alessandrini, egli era però “un uomo che mal si adattava al compromesso, alla concessione sistematica, alla reticenza…. preferì, dunque, ritirarsi per continuare un’azione volta a formare gli uomini…”. 

Già dal 1949, Medi svolse l’incarico di direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica, dal 1952 fu titolare della cattedra di Fisica terrestre presso l’Università di Roma, nel 1958 venne nominato Vice-Presidente dell’Euratom. Organizzò centri per la ricerca scientifica nei sei Paesi della Comunità, tra i quali l’ISPRA. Sotto la sua direzione fu varata e applicata nella Comunità la legge per la protezione delle radiazioni nucleari.

Il suo nome divenne noto al grande pubblico soprattutto per i suoi interventi alla televisione. Infatti, già dal 1954, intuito il valore divulgativo della televisione per la scienza, iniziò presso la RAI TV dei corsi di fisica sperimentale che ebbero un notevole seguito da parte del pubblico. Svolse questo compito con chiarezza e semplicità di espressione, e con grande successo personale, il 21 luglio 1969, commentò a tutti gli italiani lo sbarco sulla Luna.

Scienziato credente, offrì tutte le sue energie per l’avvento di una umanità migliore. Rivolse la sua opera soprattutto ai giovani, visti nella luce di un superiore modello: Gesù Cristo. Enrico concluse la sua giornata terrena sul tramonto della domenica del 26 maggio 1974. Riposa nella tomba di famiglia, nel cimitero di Belvedere Ostrense.Il 26 maggio 1996 è stata introdotta la causa per la sua Beatificazione. 

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ZENIT Staff

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