Lettura

Alla domanda contenuta in Lc 11,16 («Altri, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo»), Gesù risponde anzitutto con il segno di sua madre e della comunità cristiana, beate perché ascoltano la Parola e la mettono in pratica (Lc 11, 27-28). Poi, con il segno di Giona. Nel passo parallelo di Mt (12,38-41) si sottolineano soprattutto gli aspetti biografici del profeta, che rimane tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo. In questo modo Giona ricorda il mistero della morte e risurrezione di Gesù. San Luca, dal canto suo, evidenzia soprattutto l’aspetto esemplare e morale della conversione: Giona «fu un segno per quelli di Ninive» e altrettanto sarà «il Figlio dell’uomo per questa generazione» (Lc 11,30). 

Meditazione

Conversione della città e risurrezione di Gesù: in Giona troviamo riassunti entrambi gli aspetti. Nel Vangelo di Luca contemplo i pagani di Ninive che si convertono ascoltando la predicazione di Giona: Dio li accoglie e non distrugge la città. La predicazione di Gesù dovrebbe essere un segno per l’uditorio, ma la gente non si apre alla conversione. Con il Vangelo di Matteo contemplo Gesù che muore e risorge: «Come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra» (Mt 12,40). Giona, dopo tre giorni, fu “sputato” sulla spiaggia; Gesù sarà “espulso” dalla morte – dopo tre giorni – perché essa è sconfitta e non ha la forza per trattenerlo. La predicazione di Gesù, la sua testimonianza, la sua Risurrezione devono essere sufficienti per riconoscere in lui l’inviato di Dio. Ma così non accade: bisognosi di miracoli e segni, gli uomini pongono continuamente delle condizioni a Dio. La stessa cosa facciamo noi. Spesso chiediamo segni e poniamo condizioni a Dio. Ma il segno per eccellenza che il Padre ci ha dato è la venuta di Gesù tra noi e la sua Risurrezione. Un segno forte, che può e deve bastare. Gesù ripete anche a me oggi: «Ben più di Giona c’è qui!». Anch’io ho ricevuto segni e prodigi tali che ora tocca a me riconoscere e seguire la strada indicata dalle grandi e piccole manifestazioni della presenza e della tenerezza di Dio. Quando non riusciamo a credere al suo amore e alla sua misericordia non chiediamo segni, ma diciamo: «Signore, aumenta la nostra fede!» (Lc 1,5). Diamo spazio all’onnipotenza di Dio nella nostra vita, e ci accorgeremo di non aver bisogno di altri segni se non della sua presenza salvifica. 

Preghiera

O Signore, dacci la forza di prendere il largo nel mare della missione. Soprattutto facci sperimentare nel buio delle nostre notti il fremito della speranza nuova, della vittoria sulla morte. Con la tua Parola di Risorto irrompa la vita nuova in tutti gli uomini. 

Agire

Il Signore ha compiuto meraviglie! Voglio cantare a Lui un canto nuovo. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it