L'amore dei giovani per il Papa diventa sempre più grande. Dopo tanti anni trascorsi insieme a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i ragazzi e le ragazze di tutto il mondo hanno trovato in Papa Francesco un nuovo amico con cui dialogare e camminare verso l'infinito.

Come i suoi predecessori, Papa Francesco ha manifestato subito una profonda stima nei confronti dei giovani, che ha trovato la sua massima espressione nello splendido incontro di Assisi.

Proviamo a guardarci intorno. Sono tante, oggi, le occasioni in cui i giovani vengono traditi, usati, strumentalizzati, schiavizzati, indottrinati, manovrati, calpestati nella loro dignità di esseri umani. Il cammino della gioventù è disseminato di trappole lasciate in giro dagli adulti. E’ come se i ragazzi fossero costretti a muoversi continuamente in un campo minato, pronto ad esplodere e a lasciare ferite profonde.

Negli ultimi anni, i ragazzi sono stati abituati a credere sempre di meno nel futuro. Il mondo che li circonda ha spesso cercato di avvolgerli in un guscio di pessimismo, che impedisce loro di sognare e di guardare al domani con un sorriso.

Papa Francesco, ad Assisi, ha saputo offrire ai giovani uno straordinario messaggio di speranza. Li ha invitati a rifiutare la non-cultura della provvisorietà, mostrando la bellezza di scelte definitive come quella del matrimonio e della vita consacrata. Ha invitato ad avere fiducia nel vero amore e nella famiglia, evidenziando i messaggi fuorvianti proposti da un cattivo uso della televisione.

Il Papa ha ragione. Immaginiamo un giovane, come tanti, che sogna di incontrare una brava ragazza, di sposarsi ed avere una bella famiglia.

Lo stesso giovane, però, non può fare a meno di subire l’influenza dei mass media. Quando accende la televisione, che cosa trova di fronte ai suoi occhi? Immagini di matrimoni falliti, di famiglie in crisi, di genitori che litigano con i figli, di mariti che tradiscono le mogli (e viceversa), che si insultano, si calpestano e si mancano di rispetto.

Ma il mondo non è solo questo. Ci sono tantissime famiglie che vivono nella piena armonia. Naturalmente non sono perfette. Ma sorridono, dialogano, cercano di superare le difficoltà quotidiane. A volte possono inciampare, zoppicare, cadere. Ma poi sono sempre pronte a rialzarsi, a ricominciare, a guadare al domani con il cuore pieno di speranza.

Tutte queste famiglie felici sono piccole, ma fondamentali cellule nel grande “corpo” della società.

Eppure la televisione le oscura, perché c’è la convinzione (errata!) che il bene non faccia crescere gli indici d’ascolto. Si crede che per catturare il pubblico sia sempre necessario presentare l’urlo, la parolaccia, il cattivo gusto. E così si preferisce dare spazio alle cellule malate, invece che a quelle sane. Si mostrano le strade interrotte, i naufragi, le frane, i terremoti. Si costruisce, a poco a poco, una mentalità oscura che non lascia spazio ai grandi ideali.

Che cosa può pensare un giovane di fronte a certi spettacoli ingannevoli? Che il matrimonio è una trappola. Che la famiglia nasconde delle insidie. E quindi, per evitare spiacevoli sorprese, è meglio non sposarsi. Oppure, conviene fare le “prove di convivenza”.

Papa Francesco, come Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, riesce ad offrire ai giovani la gioia di un percorso diverso. Li ama, li stima, crede nella loro capacità di cambiare il mondo.

I giovani ricambiano questo affetto perché trovano nel Papa qualcuno che li ama per ciò che sono: esseri umani con un cuore, un cervello ed un’anima. Ascoltando le sue parole riescono a trovare la forza per rifiutare gli idoli che si affacciano alle soglie del terzo millennio: i falsi miti dell'egoismo, del piacere, del denaro facile, di una vita vuota rinchiusa nel guscio delle soddisfazioni momentanee.

La strada alternativa è una sola: Cristo e il suo Vangelo. Un Vangelo da vivere, prima di tutto, con i fatti e dopo con le parole. Se non ci sono i fatti, le parole voleranno nel vento.

Per questo amiamo il Papa e lo ameremo sempre. Lo seguiamo e lo abbracciamo forte. Non finiremo mai di ringraziarlo per averci indicato una strada nuova, fonte di gioia e di speranza.