Custodire

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 1,16.18-21.24

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Lettura

L’apparizione notturna dell’angelo a Giuseppe, narrata solo dall’evangelista Matteo, forma un parallelismo con la visita dell’angelo Gabriele a Maria, narrata solo dall’evangelista Luca. Entrambe hanno per oggetto l’annuncio della nascita di Gesù, il cui nome significa «Dio salva». Per questo l’angelo aggiunge: «Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». L’apparizione dell’angelo distoglie Giuseppe dall’iniziale progetto di ripudiare la promessa sposa Maria, non avendo fino a quel momento capito «che il bambino generato in lei veniva dallo Spirito Santo».

Meditazione

L’evangelista Matteo presenta Giuseppe come «uomo giusto». Nella Bibbia la giustizia, prima di essere una virtù morale, è agire secondo la volontà di Dio. Il giusto è colui che si interroga su ciò che Dio ritiene giusto e su come può collaborare al suo disegno, e si lascia guidare dalla sua volontà. È quello che domandiamo nel Padre nostro: «Sia fatta la tua volontà». La giustizia di Giuseppe, la sua prontezza nel rispondere al disegno di Dio, è confermata il giorno dopo quella indimenticabile notte nella quale gli svanì ogni dubbio e gli fu chiarito il ruolo di custode che avrebbe svolto nei confronti di Maria e di Gesù: «Quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore». San Giuseppe esercita la sua funzione di custode anche nei confronti della Chiesa universale, di cui è patrono. Così papa Francesco diceva all’inizio del suo pontificato, esattamente due anni fa: «In Giuseppe vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!». Custodire gli altri: può essere riassunto così l’insegnamento di san Giuseppe, che nei Vangeli non proferisce neanche una parola, ma che nel silenzio ha avuto lo straordinario privilegio di custodire la Parola fatta carne, Cristo. Custodire gli altri è ancora per papa Francesco «l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente; poi, come genitori, si prendono cura dei figli e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene».

Preghiera

Signore, la grazia che hai fatto a Giuseppe è un dono immenso per tutti noi. Genera anche in me un cuore fedele e attento, capace di accogliere il tuo operare misterioso. La bellezza che mi affidi in questa vita susciti in me una gioia più grande e più forte di ogni mia fragile paura.

Agire

Non temere. Il Signore ti chiede di credere, «saldo nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18), e di portare ai fratelli il Figlio suo che ha posto nel tuo cuore.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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