Cresce nei media l’ostilità al Cristianesimo

Riproposti vecchi attacchi contro la Chiesa

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Di Padre John Flynn ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il mix tra notizie su abusi sessuali e notizie di presunti abusi da parte della Chiesa produce una formula mediatica esplosiva, come si è potuto constatare in Italia. La rete televisiva pubblica RAI ha innescato un dibattito dopo aver annunciato di voler comprare i diritti di trasmissione dell’inchiesta-reportage di un anno fa della BBC, “Sex Crimes and the Vatican”.

Martedì 22 maggio, la RAI ha annunciato di aver acquistato il documentario, ma a causa delle forti proteste in cui sono emersi dubbi sulla credibilità del programma, il Direttore generale Claudio Cappon ha affermato che il talk show “AnnoZero”, che ospiterà la trasmissione, dovrà assicurare un tempo adeguato anche ai rappresentanti della Chiesa per poter controbattere.

Oltre a presentare una storia di pedofilia, il programma della BBC sostiene accuse in merito ad un presunto ordine del Vaticano di mettere a tacere la questione. Il documentario accusa inoltre Benedetto XVI di complicità per aver coperto abusi sessuali in passato quando era Cardinale.

La natura tendenziosa del programma della BBC è stata evidenziata in una dichiarazione dello scorso anno dell’Arcivescovo inglese Vincent Nichols, il quale presiede il Catholic Office for the Protection of Children and Vulnerable Adults.

In un comunicato stampa del 2 ottobre, ovvero il giorno successivo alla messa in onda del programma della BBC in Inghilterra, l’Arcivescovo ha riconosciuto il fatto allarmante degli abusi contro i minori. Egli ha tuttavia precisato che la parte del programma che attacca il Vaticano e il Papa “è falsa e totalmente fuorviante”.

La falsità, secondo il presule, riguarda in particolare due documenti del Vaticano citati dal programma della BBC. Si tratta del documento “Crimen Sollicitationis” del 1962, che – spiega l’Arcivescovo Nichols – non riguarda direttamente la pedofilia, ma il cattivo uso del confessionale. Il secondo documento, “Ad Exequendam”, del 2001, non ostacola le indagini sugli abusi contro i minori, ma, al contrario, è “la misura della serietà con cui il Vaticano considera queste offese”.

La tendenziosità della BBC

Questa peraltro non è la prima volta in cui i programmi della BBC si sono scagliati contro la Chiesa cattolica. In passato vi è stato, per esempio il cartone animato “Popetown”, che poneva in ridicolo il Papa Giovanni Paolo II e la Chiesa. Dopo forti critiche la BBC aveva alla fine deciso di non mandarlo più in onda.

Il cartone animato è poi riemerso in Germania lo scorso anno, dove la MTV ha acquistato i diritti per poterlo trasmettere giusto prima del Venerdì Santo, secondo quanto riferito da Deutsche Welle il 12 aprile 2006. Tuttavia, nonostante le proteste, la MTV ha mandato in onda l’intero cartone animato, composto di 10 puntate, dopo una prima prova di trasmissione, come riferito dalla Reuters il 9 maggio 2006.

L’atteggiamento della BBC nei confronti della religione è stato preso in esame dal quotidiano Daily Mail, in un articolo pubblicato il 23 ottobre. In seguito ad un incontro di vertice definito “imparziale”, il giornale ha riferito che alcuni “esponenti anziani” avrebbero ammesso che l’emittente aveva assunto una faziosità anticristiana.

Inoltre, secondo il Daily Mail, durante l’incontro, i responsabili della BBC hanno ammesso che avrebbero volentieri mandato in onda immagini di chi getta via la Bibbia, ma che non avrebbero fatto lo stesso qualora si fosse trattato del Corano.

Attacchi contro Maria

La BBC non è la sola a manifestare ostilità nei confronti della religione e della Chiesa cattolica. Un altro programma riciclato, questa volta un cartone animato americano, “South Park”, è stato oggetto di critiche in Nuova Zelanda. Un comunicato stampa del 23 maggio, dell’organizzazione neozelandese Family life International, ha reso nota la denuncia da parte dei vescovi cattolici relativa ad un episodio del cartone animato, mandato in onda lo scorso anno, in cui viene insultata la Vergine Maria.

I vescovi hanno poi fornito gli elementi di prova in un ricorso contro la decisione presa lo scorso anno dall’Autorità sulle comunicazioni, in cui quest’ultima si era rifiutata di dare corso alla denuncia sugli insulti a Maria e sulle altre lamentele relative ad altri episodi.

L’avvocato difensore dei vescovi, Richard Laurenson, ha riferito al Tribunale di Wellington il 23 maggio che il programma violava il dovere dell’emittente di assicurare il buon gusto, la decenza e l’imparzialità. La sentenza deve essere ancora emessa.

Un altro caso recente arriva dal Canada, dove un programma pilota della Canadian Broadcasting Corporation (CBC), che ritrae chierichetti come tossicodipendenti e l’ostia della comunione come cibo per la merenda, ha sollevato proteste, come riportato dal quotidiano Ottawa Citizen del 16 maggio.

Il programma dal titolo “The Altar Boy Gang”, è stato denunciato dalla Catholic Civil Rights League: “Con questo programma la CBC è entrata nel campo della blasfemia contro i rituali sacri”. L’organizzazione ha anche accusato la CBC di adottare due pesi e due misure, in quanto le ingiurie contro la Chiesa cattolica sono state pubblicate dopo che questa aveva assunto, lo scorso anno, un consulente musulmano per assicurare il rispetto dell’Islam nel programma “Little Mosque on the Prairie”.

Qualche mese fa era stata la volta della riedizione di una produzione italiana contraria alla Chiesa, questa volta negli Stati Uniti. Si tratta della commedia scritta dall’italiano Dario Fo, dal titolo “Il Papa e la strega” che l’Università del Minnesota ha deciso di rappresentare.

Secondo un articolo del 22 aprile di Catholic Spirit, il quotidiano dell’Arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis, i vescovi del Minnesota e alcune organizzazioni cattoliche si sono opposti alla rappresentazione teatrale.

L’articolo spiega che la commedia, tra le altre cose, rappresenta un “anonimo e invasato Pontefice”. Essa rappresenta inoltre il Vaticano come complice nel commercio di stupefacenti e termina con l’assassino del Papa.

Un editoriale pubblicato sulla stessa edizione di Catholic Spirit, sostiene che consentire la messa in scena di simili lavori “inquina l’atmosfera del reciproco rispetto e promuove il tipo di pregiudizi e di intolleranze che la stessa Università dice di voler contrastare”.

Infestazioni anticristiane

Il crescente numero di programmi ostili al Cristianesimo è stato oggetto dei commenti del vescovo Arthur Roche of Leeds, in Inghilterra, nella sua lettera pastorale per il Nuovo Anno. Nella sua lettera del 31 dicembre, il vescovo Roche deplora la diffusione dell’abuso del nome di Gesù nei programmi televisivi.

“È come se la mia televisione si fosse infestata con sentimenti anticristiani e profondamente irrispettosi e licenziosi”, ha dichiarato, parlando della sua recente esperienza personale davanti al televisore.

“Vi è una rilassatezza e una trascuratezza oggi, tale da permettere, senza alcuna resistenza, di mettere in ridicolo Gesù, la sua Chiesa e i suoi discepoli”, ha osservato il vescovo Roche. Il presule ha poi proseguito invitando i credenti a non lasciarsi contagiare da questa tendenza e a rispettare il nome di Gesù nelle conversazioni di tutti i giorni.

L’ostilità contro la religione è stato uno degli argomenti trattati dal cardinale Cormac Murphy-O’Connor nel suo intervento durante una lezione del 28 marzo, presso la Westminster Cathedral Hall di Londra.

L’Arcivescovo di Westminster ha dichiarato di temere che la società contemporanea sia segnata in modo crescente dal “cinismo o dal dogmatismo laicista” nei confronti dei cristiani. Egli ha affermato: “Così, quando i cristiani vivono secondo la loro fede, vengono definiti dogmatisti intolleranti
. Quando peccano, vengono invece considerati ipocriti. Quando prendono le difese dei poveri, sono progressisti superficiali. Mentre quando cercano di difendere la famiglia, sono reazionari di destra.”

Intolleranza laicistica

La lezione si è svolta nel contesto di un aspro dibattito sulla legislazione che ha imposto alle agenzie cattoliche per l’adozione, l’obbligo di svolgere il loro servizio anche per le coppie omosessuali. Il cardinale Murphy-O’Connor ha sostenuto che non è un caso che la crescente tendenza antireligiosa nello Stato sia avvenuta in un’epoca di “nuova intolleranza laicistica nei confronti della religione” che caratterizza sempre di più le nostre società.

La questione di come i media trattano la religione è stata affrontata dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, in un documento del 2000 dal titolo “Etica nelle comunicazioni sociali”. Il Consiglio ha riconosciuto i numerosi contributi positivi per la vita quotidiana apportati dai media e anche come la gente tragga beneficio dalla trasmissione di notizie e idee di natura religiosa.

Ciò nonostante, il documento sull’etica osserva anche come talvolta la religione debba ingiustamente subire i soprusi dei media, dovuti ad incomprensioni o persino al disprezzo. Spesso le mode religiose vengono lodate, mentre i gruppi religiosi tradizionali vengono trattati con ostilità, spiega il Consiglio al n. 18 del documento.

Il Dicastero vaticano fa appello, inoltre, ad una più estesa applicazione dei principi etici nel mondo della comunicazione. “La comunicazione deve essere sempre veritiera, perché la verità è essenziale alla libertà individuale e alla comunione autentica fra le persone”, esorta il documento (n. 20). Uno spirito di verità che troppo spesso manca in molti servizi giornalistici sulla religione.

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ZENIT Staff

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