Il Presidente del Pontificio Consiglio non era presente a causa di un intervento chirurgico subito il Polonia a dicembre e da cui si sta riprendendo. Nel messaggio ha ricordato che l’Evangelium vitae, è uno dei documenti più autorevoli del magistero di Giovanni Paolo II, in cui si manifesta la verità sul valore e sull’inviolabilità della vita umana particolarmente quando è debole, fragile e indifesa di fronte alle tante minacce incombenti.
Secondo monsignor Zimowski, a 20 anni dalla pubblicazione dell’Evangelium vitae verifichiamo che gli attentati contro la vita non sono diminuiti, ma anzi sono aumentati, assumendo forme sempre nuove e subdole.
Oggi, infatti, sulla scia del progresso scientifico e tecnologico la vita umana viene manipolata in nome di presunti ‘diritti’. Si parla, pertanto, del “diritto all’aborto”, e si spinge la donna verso l’uso “della pillola del giorno dopo”, senza alcuna preoccupazione per l’offesa arrecata alla vita nascente e senza alcuna preoccupazione per la salute della gestante.
Si evoca, all’opposto, il “diritto ad avere un figlio”, facendo ricorso alle tecniche di procreazione assistita, che tra l’altro portano alla distruzione di innumerevoli embrioni. Inoltre sempre più Paesi nel mondo legalizzano l’eutanasia, addirittura anche per i bambini.
In questo contesto ha concluso monsignor Zimowski – assieme a tutti coloro che sono impegnati nell’ambito della salute “dobbiamo essere coraggiosi difensori della vita umana. Solo così, unendo le nostre forze, riusciremo ad arginare l’avanzamento della “cultura della morte”. Ci sostenga il Signore Gesù che nel Vangelo di Giovanni dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10)”.
Nell’aprire i lavori mons. Jean-Marie Mupendawatu, Segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha ribadito che La lettera enciclica Evangelium Vitae è “un documento di straordinaria attualità che ribadisce con forza come l’uomo costituisca la prima e fondamentale via della Chiesa”.
“Ecco perché – ha precisato -questa giornata di studio non vuole essere una semplice commemorazione celebrativa del 20° anniversario della sua pubblicazione ma intende interrogarsi sulla cultura della vita in un contesto culturale e sociale dove urge la promozione di “una cultura della vita” che diventi un patrimonio esistenziale di tutta l’umanità”.