SALVADOR, mercoledì, 19 novembre 2008 (ZENIT.org).- Il Cardinale Geraldo Majella Agnelo invita i fedeli a far “emergere le ragioni del credere”, perché “la fede non è cieco fideismo”.
“Cristo è il nostro Dio e il nostro Salvatore, ma come non essere tentati dal dubbio, se perfino un apostolo ha creduto solo dopo aver toccato con mano? La ragione è messa a dura prova”, afferma l’Arcivescovo di Salvador (Brasile) in un articolo inviato a ZENIT.
Ad ogni modo, ha affermato il porporato, quando “si approfondisce il messaggio cristiano, con docilità allo Spirito di Dio, emergono anche le ‘ragioni’ della nostra fede, come un segno che il Signore ha posto sul nostro cammino di incontro con lui”.
Questi segni “sono le parole luminose di Gesù”, “i suoi miracoli”, “l’autorità con cui Gesù parla di Dio Padre, mostrando di conoscere il suo cuore, come uno che abita in lui da sempre”.
“Il segno è la libertà con cui Gesù manifesta le esigenze di Dio”, “è la sua resurrezione, attestata dai discepoli e sottoscritta con il suo martirio”, ha aggiunto.
Secondo l’Arcivescovo di Salvador, a questi segni della vita storica di Gesù si uniscono “quelli disseminati in duemila anni di cristianesimo” dalla testimonianza dei santi, che “sono il suo ‘riflesso’ vivo nella storia”.
“I segni continuano nella logica dell’amore. Dobbiamo far emergere le ragioni del credere: la fede non è cieco fideismo. E’ tuttavia importante sapere che i segni del mistero non sono formule matematiche”.
“Sono azione di grazia illuminante, si collocano al livello di una relazione d’amore, dove le ragioni per scegliere e per affidarsi sono non un calcolo razionale, ma il confluire tra cose sperimentali e la fiducia che cresce sull’onda dell’amore”, ha sottolineato.
Per questo, ha spiegato, l’incontro con Gesù avviene sempre sulla base dell’annuncio dei discepoli.
“Un annuncio che si fa proposta di comunione, dilatazione di amicizia: chi ha Gesù per amico lo presenta agli altri, perché anche loro entrino in quel meraviglioso vortice che conduce, in definitiva, alla comunione delle tre Persone divine”.
Il Cardinale ha affermato che il grande annuncio oggi “si darà con la testimonianza cristiana dell’amore vissuto dai seguaci del Maestro, nostro redentore”.
Ciò avverrà “attraverso il perdono, la misericordia, la difesa della vita e della dignità della persona umana, la verità e la giustizia, la fraternità, la solidarietà e la costruzione della pace”.