Nel corso dell’Udienza di domani con il Cammino Neocatecumenale, in Aula Paolo VI, Papa Francesco invierà 31 nuove missio ad gentes, formate da 200 famiglie con 600 figli. Di queste, 16 saranno mandate in Europa, 4 in America, 9 in Asia e 2 in Oceania. Ognuna di esse è costituita da un presbitero e da tre o quattro famiglie con numerosi figli, anche grandi, che faranno presente una comunità cristiana. Sono famiglie, queste, che hanno percorso per molti anni un itinerario neocatecumenale di riscoperta del battesimo.
Le missio ad gentes sono chiamate dai vescovi per fare una implantatio ecclesiae in zone dove la Chiesa non esiste o non è più in grado di raggiungere le persone. Il vescovo dà una missio al presbitero, gli affida una zona normalmente secolarizzata e le facoltà per battezzare, sposare, dare i sacramenti, celebrare la eucarestia etc. Il vescovo fa anche un contratto con i responsabili del Cammino Neocatecumenale che gli garantiscono la presenza di queste famiglie e si responsabilizzano di esse in modo che non siano un peso per la diocesi.
Dietro ognuna di queste famiglie c’è una comunità cristiana, che è quella della loro parrocchia di origine che la aiuta, paga i viaggi, sta in contatto con loro di modo che la comunità è coinvolta nell’evangelizzazione; se questa famiglia non trova lavoro, la comunità li aiuta fino a che non lo trovino.
Per cominciare la missione, queste famiglie cercano un locale dove riunirsi e formare la comunità, si mettono poi in cerca di un lavoro, di un posto dove abitare e i figli iniziano a studiare nella scuola. Questi, con il passare del tempo, invitano nelle loro case i compagni di scuola e gli amici, che restano sorpresi di vedere una famiglia cristiana. La maggioranza dei genitori di questi ragazzi sono separati, per cui si sorprendono nel vedere una famiglia numerosa, con il padre e la madre insieme. Anche i genitori entrano in contatto con vicini e conoscenti.
Ogni settimana le famiglie escono per strada a cantare con le chitarre e svolgono una missione in un luogo pubblico dove conoscono altre persone. Dopo un certo tempo si invitano le persone conosciute ad ascoltare una catechesi. Molte erano persone che avevano lasciato la Chiesa; altri non sono battezzati, e intraprendono il Cammino Neocatecumenale come itinerario di preparazione al battesimo. Tutte le missio ad gentes hanno già fatto una o più comunità di pagani.
“Oggi ci troviamo di fronte a un cambio d’epoca”, sottolinea Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, spiegando cosa sono le missio ad gentes. “C’è stato un periodo – dice – in cui la prima evangelizzazione l’hanno fatta i vescovi itineranti come Paolo e Barnaba. La seconda evangelizzazione l’hanno fatta i monaci, san Bonifacio, San Colombano, San Benedetto. Dopo passiamo dal medio evo e da un regime feudale a un regime borghese: dove appaiono le città, la borghesia, il denaro. Il padre di San Francesco, Bernardone era ricchissimo, e commerciava con la Francia. Ma di fronte a un cambio d’epoca Dio suscita dei carismi per rispondere a questa situazione: gli ordini mendicanti, perché la Chiesa ha il pericolo di istallarsi. E allora Dio ispira san Francesco che va scalzo, senza soldi e San Domenico di Guzman. Dopo gli ordini mendicanti arriviamo a un altro cambio di epoca che è il momento di Trento e del luteranesimo, il passaggio alla modernità, la scoperta dell’America: si mette l’uomo al centro di tutto, una rivoluzione di mentalità e di filosofia. E Dio suscita altri carismi come i gesuiti”.
“Dopo la rivoluzione francese in Francia – spiega ancora Kiko – sorgono tanti ordini religiosi che evangelizzano tutto il mondo. Anche adesso ci troviamo di fronte a un altro cambio di epoca, ma c’è una novità: tocca ai laici, alle famiglie evangelizzare, però non come una trovata o un’idea, ma come una necessità. Perché molta gente non è più religiosa. Questo cambio di epoca è stato preceduto da due guerre mondiali, sessanta milioni di morti, che hanno provocato un grande nihilismo, e poi le nuove filosofie atee: tutta una situazione per la quale l’uomo si è a poco a poco secolarizzato”.
“Di fronte a questa situazione, Giovanni Paolo II nel Simposio dei Vescovi Europei nel 1985 disse che bisognava ritornare al primissimo modello apostolico”, ricorda l’iniziatore del Cammino. “I primi cristiani quando dovettero uscire dalle sinagoghe si riunirono nelle case per ricevere l’istruzione dagli Apostoli, per la frazione del pane e per le preghiere, come leggiamo negli Atti degli Apostoli. Questo, pensiamo, forma parte del primissimo modello apostolico. Cosi queste missio ad gentes, seguendo quanto ha detto San Giovanni Paolo II, si riuniscono nelle case in mezzo ai non battezzati”.
“Gesù cristo nel Vangelo dice amatevi come io vi ho amato. Qui c’è un punto sorprendente per il mondo. Cristo ha dato la vita per noi quando eravamo i suoi nemici. Ecco, qui c’è una qualità dell’amore nuova, l’amore al nemico, cosa che normalmente non si vede da nessuna parte perché la preoccupazione della giustizia, o, piuttosto, di come noi comprendiamo la giustizia, ci impedisce di amare il nemico. Sartre diceva, l’altro è l’inferno“.
“Oggi in tante nazioni moderne la gente vive sola. I rapporti con l’altro sono sempre più difficili. Il 78% delle persone in Scandinavia vive sola dopo avere passato per cinque o sei esperienze, finiscono soli, dove si vede la difficoltà di relazionarsi nell’amore. Così questa gente è sorpresa delle relazioni di amore che vedono in queste famiglie”.
“Amatevi come io vi ho amato, in questo amore conosceranno, i pagani che vi attorniano, che siete discepoli di Gesù Cristo. E aggiunge anche: se siete perfettamente uno il mondo crederà, cioè se questa vostra relazione arriva ad una unità come quella che ha la Santissima Trinità, il Padre ed il Figlio perfettamente uno nello Spirito Santo, il mondo crederà. Ma chi fa questa unità? Lo Spirito Santo che viene dato a noi e quando lo Spirito Santo scende in un cristiano, questa unità della Trinità si visibilizza e appare il miracolo morale, appare la Chiesa come sacramento di salvezza per il mondo”.
Quindi, “facendo missio ad gentes in mezzo a tanta gente lontana dalla Chiesa, presentiamo questa realtà che è la Chiesa nell’amore della Santissima Trinità”, sottolinea Argüello. Ciò si realizza attraverso “famiglie formate, che hanno avuto 14, 17, 20 anni di cammino, famiglie cristiane, che possono presentare che cosa sia la Chiesa oggi”.
“Anche l’evangelizzazione della Cina e dell’Asia, che stiamo portando avanti, passa per queste famiglie”, dice Kiko. “Oggi – aggiunge – assistiamo alla enorme quantità di suicidi, alla crisi della relazione della famiglia, ogni quattro minuti si rompe un matrimonio in Italia e in Spagna. La crisi della relazione che distrugge tante famiglie fa sì che la relazione d’amore di queste famiglie cristiane sia una notizia, un evento di nuova evangelizzazione”.
Allora quello che fa il Cammino è “mostrare questa nuova relazione di amore”. Perché, conclude Kiko, “tutti gli uomini desiderano amare, desiderano essere amati. C’è tanta gente che si sucida perché sono molti anni che non amano nessuno. È difficile vivere senza amore, se non ti senti amato da nessuno la vita senza amore è un inferno. Ecco che il mondo ci attende”.
Le prime missio ad gentes vennero inviate da Benedetto XVI e poi da Papa Francesco. In totale vi sono 96 missio ad gentes, delle quali 58 in Europa, 9 in America, 25 in Asia, 1 in Africa e 3 in Oceania, per un totale di 487 famiglie con 2087 figli. Il numero delle comunità neocatecumenali nel mondo è invece di circa 21.000 in 124 nazioni, per un totale di circa un milione di persone. Mentre i Seminari missionari diocesani Redemptoris Mater sono adesso 103, di cui il primo è que
llo formato a Roma nel 1987 da Giovanni Paolo II. In totale da questi seminari sono stati ordinati oltre 2.000 presbiteri e i seminaristi attualmente in formazione sono oltre 2.200. Le prime famiglie in missione vennero inviate da Giovanni Paolo II nel 1985 e attualmente le famiglie in missione in tutti i continenti sono oltre 1.100 con 4.600 figli.