Benedetto XVI, un grazie di fuoco

Il saluto rock di una band di giovani lucani

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Una notte di musica e spiritualità a Roma per salutare e ringraziare Benedetto XVI e continuare a testimoniare una speranza più grande. Mercoledì 27 nel giorno dell’ultima udienza di papa Ratzinger a Palazzo Santa Chiara (ore 21 ingresso gratuito) saranno di scena i Fuoco Vivo, la rock band d’ispirazione cristiana che presenterà per l’occasione il nuovo album “Dimensione verticale”. Un evento promosso dall’Azienda di promozione turistica (Atp) di Basilicata. Il gruppo è difatti formato da musicisti di origine lucana. 

Il nome “Fuoco Vivo” deriva da un passo del libro di Geremia. E diversi sono i riferimenti alle Scritture nella loro musica. Anche l’ultimo lavoro “Dimensione verticale” è stato ispirato dal sogno di Giacobbe: una scala da terra si protendeva sino in cielo, con angeli che salivano e scendevano (Genesi 28).

Parole e melodie rock per far conoscere quelli che i Fuoco Vivo considerano i veri eroi del nostro tempo. Come Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, da anni impegnata sul fronte del disagio giovanile e della lotta alle dipendenze. O personaggi come Oscar Elias Biscet, il più noto dissidente cubano rilasciato solo nel marzo del 2011 dopo 11 anni difficili nelle prigioni del regime comunista.

Medico cattolico nato a L’Avana nel 1961, Biscet è finito nelle mire del regime comunista per la sua battaglia in favore della libertà del popolo cubano e della difesa della vita. Biscet, infatti, in prima linea contro l’aborto, nel 1997 ha istituito la fondazione Lawton per i diritti umani sfidando le pratiche di uno Stato in cui è ammessa la clonazione umana ed esiste l’aborto forzato per motivi di ricerca medica. A Cuba il turismo sessuale (pure quello pedofilo) causa un tasso elevatissimo di aborti tra le giovanissime. Ma Biscet si è battuto anche contro l’eutanasia, praticata su malati poveri ormai ritenuti soltanto un peso economico e si è opposto con fermezza alla pena di morte e alla tortura per i dissidenti. Ecco perché la sua liberazione non poteva passare inosservata per i Fuoco Vivo che a Biscet hanno dedicato un pezzo del nuovo album “Radio libertà” da cui è stato tratto anche il videoclip: http://www.youtube.com/watch?v=IgLNgljE_u0.

Il brano fa riferimento proprio al momento del suo rilascio («Oscar libero») ma evoca anche i duri anni della prigionia: «Parlare con la notte e stringere i pugni e piangere». La canzone vuole esaltare il coraggio e la speranza di un uomo pronto a «sfidare a mani nude chi calpesta senza scrupoli» e che ancora oggi continua a lottare.

Da Cuba alla Cina. I Fuoco Vivo hanno scritto anche una canzone “Macchine umane” per denunciare i laogai, i campi di concentramento cinesi creati nella seconda metà del secolo scorso da Mao Zedong e ancora attivi. «Non è fantasia» ripete la canzone ma «stupida follia».

Diritti umani e libertà religiosa, difesa della vita, dal concepimento alla fine naturale, e testi che parlano delle questioni più sentite dai giovani: gli affetti e il lavoro. Da sempre i Fuoco Vivo coniugano impegno e musica, per questo in questi anni hanno collaborato con i centri di aiuto alla vita e si sono esibiti nelle carceri e nelle comunità di recupero. Con l’ausilio di coreografie d’impatto nei prossimi mesi saranno ancora nelle piazze e nei teatri per cantare una speranza che non avrà fine consapevoli del monito di santa Caterina da Siena con il quale chiudono i loro concerti: «Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo».

Sul sito ufficiale www.fuocovivo.net tutte le informazioni sulla band e le indicazioni per chi volesse acquistare il nuovo cd.

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ZENIT Staff

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