CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 19 novembre 2008 (ZENIT.org).- Decine di cappelli bianchi da chef svettavano tra le migliaia di fedeli presenti questo mercoledì all’udienza generale concessa da Benedetto XVI in Piazza San Pietro.
Erano i copricapo di 300 cuochi, molti con il caratteristico “cocorum” al collo, il medaglione che viene consegnato dopo 25 anni di servizio in ambito culinario.
Il gruppo era guidato dal presidente internazionale delle World association of chefs societies Gissur Gudmundsson, dal presidente della Federazione Italiana Cuochi Paolo Caldana e dal segretario Giampaolo Cangi.
Vi erano anche padre Luigi Affoni, direttore spirituale dei cuochi d’Italia, e il preposito generale dei chierici regolari minori, padre Raffaele Mandolesi, secondo quanto rende noto “L’Osservatore Romano”.
Il legame tra gli chef e i caracciolini si deve alla proclamazione, nel mese di marzo 1996, di San Francesco Caracciolo a patrono della categoria.
La presenza dei cuochi all’udienza generale coincide con la celebrazione, dal 17 al 20 novembre, del loro XXVI congresso nazionale sul tema “Il cuoco promotore di salute”.
Sono circa 18.000 gli iscritti alla Federazione Italiana Cuochi, che è divisa in associazioni provinciali e regionali. Esistono anche federazioni di cuochi italiani all’estero. Erano presenti, infatti, rappresentanti provenienti dalla Francia, dall’Irlanda, dal Canada e dal Brasile.
Alla fine dell’udienza, il Papa ha indirizzato un saluto per ringraziarli per la presenza ed augurare “a ciascuno di essere messaggeri di gioia e di condivisione fraterna”.