BRAGA (Portogallo), martedì, 25 novembre 2008 (ZENIT.org).- Secondo monsignor Jorge Ortiga, Arcivescovo di Braga (Portogallo), l’attuale situazione mondiale “può significare un deficit di attenzione all’aspetto spirituale e, simultaneamente, un’assenza dei cristiani nella corresponsabilità di trasformare le realtà terrestri”.
Il presule, presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), ha osservato che il cristiano, “incontrando Cristo, deve assumere il Suo progetto liberatore e far sì che questo permei le realtà umane”.
Nell’omelia che ha pronunciato domenica scorsa nella Messa della solennità di Cristo Re, nella Cattedrale di Braga, l’Arcivescovo ha chiesto che i cristiani prendano coscienza “dell’importanza dell’agire laicale”.
“Dobbiamo ‘rompere’ con l’impegno tradizionale all’interno delle comunità per situare l’azione e la vocazione nel mondo come spazio in cui i laici vivono”, ha osservato.
“Spetta quindi all’agire in modo associato vivificare i vari ambienti con il contributo imprescindibile del messaggio cristiano”.
Per monsignor Ortiga, oggi come mai “la Chiesa ha bisogno di laici impegnati e responsabili delle varie dimensioni del suo servizio pastorale”.
“Non possiamo ad ogni modo rifugiarci in questi ambiti e dimenticare che esistiamo per essere lievito e sale di una società che vogliamo rinnovare”, ha avvertito.
Attualmente, ha sottolineato l’Arcivescovo, “superato il periodo del cristianesimo in cui lo spirito impregnava ogni cosa, non solo non possiamo aver paura dell’incontro con le realtà terrestri, ma dobbiamo riconoscere che queste hanno bisogno dell’essenza evangelica”.
“In questo processo c’è una mentalità nuova che si crea e non accettiamo l’assenteismo regnante nel lasciar correre come gli altri vorrebbero. Il messaggio che ci orienta è diverso e scomodo, ma non ci dispensa, per inerzia o paura, dall’intervenire”.
Secondo il presidente della CEP, vivificare l’ordine temporale “richiede lo sforzo di conoscere i suoi meandri in vista di un intervento coraggioso e debitamente orientato”.
“Esistono realtà che non possiamo ignorare. Per questo entrare nelle realtà della società odierna attraverso i laici che vivono una responsabilità propria è necessario per la Chiesa”.
“Se molte volte ci estraniamo, non volendo conoscere e vivendo distratti, molte altre ci vogliamo rassegnare al fatto che altri decidano per noi”, ha osservato.
“Il Vangelo non permette deleghe e ignoranze colpevoli”, ha concluso.