di Inma Álvarez
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 25 novembre 2008 (ZENIT.org).- La celebrazione, il 15 novembre scorso, di un vertice urgente tra i Paesi più ricchi del mondo sulla crisi finanziaria mondiale fa temere che l’obiettivo di consolidare gli aiuti allo sviluppo dei Paesi poveri, che verrà trattato nella Conferenza di Doha, venga messo da parte.
Lo ha affermato la Santa Sede in un lungo documento elaborato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e approvato dalla Segreteria di Stato vaticana, in cui si affrontano le attuali cause e conseguenze della crisi finanziaria mondiale in vista del vertice delle Nazioni Unite che si celebrerà a Doha (Qatar) dal 29 novembre al 2 dicembre.
La Conferenza, che deve studiare la realizzazione pratica del consenso sul finanziamento allo sviluppo emerso nel precedente vertice mondiale di Monterrey (noto come il “Monterrey Consensus”), si è vista adombrata dalla “crisi finanziaria globale”.
A causa della profondità di quest’ultima, che si unisce alle precedenti crisi alimentare ed energetica, “il tema del finanziamento allo sviluppo rischia di essere messo in secondo piano”, osserva la Santa Sede.
“Dal momento che il G-20 si è svolto due settimane prima della Conferenza di Doha promossa dalle Nazioni Unite, i moltissimi Paesi che non hanno partecipato al summit temono, non senza una qualche ragione, che il primo evento, che ha coinvolto soltanto un gruppo ristretto di Paesi ma ha attratto tutta l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale, possa privare di impatto politico la Conferenza di Doha”.
Ad ogni modo, la Santa Sede confida nel fatto che “i Paesi che si sono riuniti a Washington il 15 novembre tengano in debito conto la Conferenza di Doha e ne favoriscano la buona riuscita”.
Proprio ora, in un contesto di crisi, sottolinea il documento, sarebbe il momento di “rifondare il sistema finanziario internazionale”, guardando “al quadro complessivo” e non occupandosi solo dell’emergenza finanziaria.
“Non sempre la cosa più urgente è anche la più importante! Anzi, riordinare le priorità è tanto più necessario quanto più la situazione si è fatta difficile”, aggiunge.
La Santa Sede sottolinea anche la necessità di tener conto del fatto che “si è giunti all’emergenza finanziaria di oggi dopo un lungo periodo nel quale, pressati dall’obiettivo immediato di perseguire risultati finanziari a breve, si sono trascurate le dimensioni proprie della finanza”, la cui vera natura “consiste nel favorire l’impiego delle risorse risparmiate là dove esse favoriscono l’economia reale, il benessere, lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.
Se non ci sarà una profonda revisione del sistema finanziario, osserva la Santa Sede, non si riuscirà a dare una risposta reale alla crisi.
Dalla Conferenza di Monterrey, avverte il documento, sono state adottate alcune iniziative di finanziamento allo sviluppo, ma continua a non essere affrontata la questione fondamentale, la partecipazione dei Paesi più poveri al commercio mondiale.
Con la crisi attuale, è inoltre prevedibile che i fondi che dovevano destinarsi agli aiuti allo sviluppo vengano sviati “a causa delle ingenti risorse pubbliche necessarie a tamponare l’emergenza della crisi finanziaria. E questo è un male, indiscutibilmente”.
La vera risposta alla crisi dovrebbe passare per la costruzione delle condizioni “perché i risparmi che si generano siano indirizzati davvero allo sviluppo, cioè alla creazione di occasioni di lavoro”.
“La Conferenza di Doha è dunque un’occasione che la comunità internazionale non deve perdere per rimettere al centro questioni di fondo importantissime per il bene comune dell’umanità: il finanziamento allo sviluppo è una di queste”.