di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- In Puglia i medici pro vita hanno ottenuto un significativo riconoscimento. Il 14 di settembre, con la sentenza n. 3477, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha annullato la delibera della Giunta regionale n.753 del 15 marzo 2010 che sanciva di fatto l’esclusione degli obiettori di coscienza dai bandi per i consultori.
Come abbiamo riportato anche su ZENIT (cfr. http://www.zenit.org/article-23475?l=italian) il governatore della regione Puglia, Nicki Vendola, aveva emanato un provvedimento secondo cui per l’assunzione del personale medico nei consultori pubblici venivano esclusi i medici obiettori di coscienza.
Il provvedimento aveva suscitato notevoli reazioni nella comunità medica, nel mondo politico e soprattutto negli uffici legali che si battono per il diritto al lavoro. Tanto è che un nutrito gruppo di ginecologi, docenti universitari, medici, esponenti degli ordini professionali, del Forum delle associazioni e movimenti di ispirazione cristiana operanti in campo socio-sanitario e del Movimento per la vita aveva presentato un ricorso al TAR contro la delibera n.735 della giunta Vendola.
La sentenza del TAR definisce come “illegittima” l’esclusione degli obiettori di coscienza dai Consultori Familiari sancita dalla Giunta regionale e annulla la delibera del Governo regionale per comportamento discriminatorio e lesivo dei diritti Costituzionali di eguaglianza, di libertà religiosa, di coscienza, di pensiero e del lavoro.
Appena saputo della notizia Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, si è detto molto soddisfatto “sia per la vittoria riguardo l’obiezione di coscienza, sia perché è stato confermato il diritto del Movimento per la vita a partecipare a vicende giudiziarie in cui si discute della tutela della vita umana, riconoscendo in tal modo la rilevanza pubblica dei fini perseguiti dal Movimento”.
Il Presidente del MpV ha precisato che “la sentenza può costituire un punto di partenza per quella riforma a livello nazionale e regionale dei consultori familiari, da tempo proposta dal Movimento per la vita, che riporti questi organismi alla loro funzione originaria e primaria: la protezione del diritto alla vita dei nascituri mediante il consiglio e l’aiuto orientati univocamente verso la prosecuzione della gravidanza”.
In merito alla questione l’associazione Medicina & Persona (http://www.medicinaepersona.org) ha diffuso un comunicato in cui sottolinea l’importanza della sentenza del TAR della Puglia, per diversi motivi.
Il primo è relativo all’iniziativa assunta da alcuni medici di “difendere la propria libertà di coscienza negli spazi di lavoro”; il secondo riguarda “la testimonianza che questi medici ci hanno offerto nella capacità di difendere questo bene irrinunciabile”; il terzo riconferma che “la libertà di coscienza non può essere occasione di discriminazione nella vita civile”, e per ultimo “il riconoscimento di questo diritto da parte del TAR”.
“Quanto accaduto in Puglia – conclude il comunicato di Medicina & Persona – è in ogni caso un chiaro richiamo all’attenzione di tutti gli operatori sanitari presenti nel nostro Paese circa la necessità di una seria riflessione sul tema della obiezione di coscienza e sulla modalità di esplicitazione attuale della stessa nei luoghi di lavoro”.