di Edward Pentin
BIRMINGHAM, lunedì, 20 settembre 2010 (ZENIT.org).- Un arcobaleno è apparso su Cofton Park mentre Papa Benedetto XVI arrivava questa domenica mattina per la Messa di beatificazione del Cardinale John Henry Newman, il teologo inglese del XIX secolo che ha avuto un’influenza significativa sulla vita del Santo Padre.
Moltissimi fedeli di tutto il Paese e stranieri avevano sfidato la pioggia e si erano riuniti fin dalle prime ore del mattino nel luogo vicino Birmingham in cui si sarebbe celebrata la beatificazione, non lontano da Rednal, dove riposano i resti del porporato.
E’ stata una Messa di beatificazione molto speciale: non solo è stata l’unica Messa di questo tipo celebrata da Benedetto XVI, ma è stata anche la prima beatificazione di un inglese da secoli.
Il Santo Padre è arrivato in papamobile e, come giovedì a Glasgow, è stato condotto attraverso una folla di 70.000 pellegrini entusiasti. Da un lato dell’altare costruito per l’occasione spiccavano le parole “Il cuore parla al cuore”, il tema scelto dal Papa per la sua visita, tratto dai pensieri del Cardinale Newman.
Hanno assistito alla cerimonia Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia e membri della Famiglia reale e del Governo. C’erano anche dei parenti del Cardinale Newman – discendenti di suo cugino – e il diacono Jack Sullivan, la cui guarigione inspiegabile da un problema alla schiena è stata attribuita lo scorso anno all’intercessione del Cardinale Newman. Il decreto ha portato alla beatificazione, ponendo fine a un caso su cui si indagava dal 1958.
Nella sua omelia, il Santo Padre ha lodato la spiritualità e la santità del teologo inglese, sottolineando il suo pensiero circa l’educazione, “fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico”, e rimarcando il famoso appello del beato a un laicato intelligente e ben istruito.
Allo stesso modo, ha riflettuto anche sulla sua vita sacerdotale, ricordando la “visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione”.
“’Il cuore parla al cuore’ ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”, ha detto il Santo Padre. “Ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”.
Il Papa ha iniziato la sua omelia ricordando che il Regno Unito questa domenica commemorava il 70° anniversario della “Battle of Britain”, durante la quale, contro ogni previsione, la Royal Air Force vinse una famosa battaglia aerea contro i nazisti.
“Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna”, ha detto Benedetto XVI.
“Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”.
La nota giusta
Per padre Richard Duffield, prevosto dell’Oratorio di Birmingham che ha anche letto la Dichiarazione di Beatificazione durante la Messa, la celebrazione è stata “splendida” ed è andata “estremamente bene”.
Padre Duffield ha detto a ZENIT che la decisione del Santo Padre di concentrarsi sugli aspetti spirituali e pastorali del beato Newman “ha toccato proprio la nota giusta”.
Dopo la Messa, il Santo Padre è stato condotto all’Oratorio di Birmingham, dove ha visto i luoghi in cui ha vissuto il Cardinale Newman e ha visitato la biblioteca in cui ha studiato. “Ha visto i libri e le carte di Newman e noi abbiamo dato al Santo Padre uno dei suoi rosari”, ha detto padre Duffield. “Ci ha detto che avrebbe voluto poter trascorrere più tempo nella biblioteca”.
Irena Sani, pellegrina originaria dell’Albania e che ora vive a Londra, mi ha detto prima della beatificazione che si aspetta che produrrà “molti frutti”. Newman è un “grande esempio” di anglicano “che conosce la Chiesa cattolica e può aiutare altri anglicani a tornare alla Chiesa”, ha detto.
“Non è una coincidenza che si sia convertito perché ha riconosciuto la Verità quando l’ha vista, e la gente che conosce la Verità non può fare altro che essere accolta nella Chiesa”. La beatificazione, ha detto, è importante non solo per il Regno Unito, ma per tutto il mondo.
Il Papa ha poi pranzato con i Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia al St. Mary’s College di Oscott, prima di incontrare i seminaristi. Nel suo discorso ai Vescovi, nella stanza in cui il Cardinale Nicholas Wiseman incontrò i Vescovi inglesi nel 1852 per discutere la restaurazione della gerarchia, il Papa ha pronunciato schiette parole di guida.
Ha esortato la Chiesa in Gran Bretagna a “presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna”, e ha incoraggiato i Vescovi ad avvalersi del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, che il Papa ha istituito di recente.
Allo stesso modo, ha esortato i cattolici britannici a mostrare solidarietà con le vittime della crisi economica, e ha fatto appello ai Vescovi affinché incoraggino la gente ad “aspirare ai valori morali più alti”.
Ha anche lodato il modo in cui la Chiesa nel Paese ha affrontato i casi di abuso sessuale da parte di chierici, incoraggiando a condividere ciò che è stato appreso. Ha inoltre ricordato che i leader cristiani devono vivere in “integrità, umiltà e santità”.
Parlando di due questioni relative al ministero episcopale, ha chiesto ai Vescovi di “cogliere l’occasione” di usare la nuova traduzione inglese del Messale Romano per avvalersi di una catechesi approfondita sull’Eucaristia, e ha affermato che la “Anglicanorum Coetibus”, la Costituzione Apostolica che permette agli anglicani di essere accolti in gruppo nella Chiesa, è uno strumento per la comunione.
Quest’ultima iniziativa, non sempre pienamente sostenuta dalla gerarchia di Inghilterra e Galles, dovrebbe essere considerata “un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici”, ha detto.
“Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti”.
Dopo aver salutato un folto gruppo di seminaristi e aver percorso un breve tratto verso l’aeroporto, il Papa si è congedato, dopo un discorso del Primo Ministro David Cameron.
Grande onore
Nel suo discorso di congedo al Papa, Cameron ha detto che è stato un “grande onore” averlo in visita, e che il messaggio che il Santo Padre ha portato non era “solo per la Chiesa, ma per ciascuno di noi, di qualsiasi fede o di nessuna”. Ha anche lodato l’opera del Cardinale Newman e la sua visione di “un’educazione più ampia”.
Cameron ha detto che il messaggio del Papa è andato “al cuore della nuova cultura e responsabilità sociale” che il nuovo Governo desidera costruire in Gran Bretagna, e ha assicurato al Pontefice che la fede “è sempre stata e sarà sempre” parte del tessuto della società britannica. Le parole del Santo Padre hanno “sfidato l’intero Paese a sedersi e a pensare”, e a lavorare per il bene comune, ha detto.
“Pensi al nos
tro Paese come a uno che non solo conserva la fede, ma è anche profondamente compassionevole”, ha aggiunto Cameron, concludendo col dire che auspica “una cooperazione sempre più stretta” con la Santa Sede.
Nel suo discorso, Benedetto XVI ha espresso la propria gratitudine per l’organizzazione della visita e per l’opportunità di incontrare la regina Elisabetta II e di poter discutere questioni di interesse comune. Ha detto di essersi sentito “particolarmente onorato” di essere stato invitato a rivolgersi a entrambe le Camere del Parlamento nella Westminster Hall, e di sperare che la sua visita confermi e rafforzi le “eccellenti relazioni” tra la Santa Sede e il Regno Unito su questioni comuni.
La diversità della Gran Bretagna di oggi è una sfida, ha detto, ma offre anche una “grande opportunità” per un ulteriore dialogo interculturale e interreligioso. Il Pontefice ha concluso dicendo che è stato “commovente in maniera speciale” celebrare la beatificazione “di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman”.
“Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”, ha confessato.
“Nel congedarmi da voi, permettetemi ancora una volta di formulare i migliori voti e le mie preghiere per la pace e la prosperità della Gran Bretagna – ha concluso –. Grazie molte e Dio vi benedica tutti!”.
[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]