CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 5 maggio 2008 (ZENIT.org).- Ricevendo questo lunedì in udienza la Guardia Svizzera Pontificia, Benedetto XVI ha osservato che il Corpo è “una scuola di vita”.
L’udienza si è svolta alla vigilia del giuramento delle nuove reclute – accompagnate per l’occasione dai loro familiari – che avrà luogo, come ormai tradizione, il 6 maggio, nel giorno in cui Roma venne invasa e saccheggiata dalle truppe dei Lanzichenecchi al soldo di Carlo V d’Asburgo e 147 Guardie Svizzere caddero uccise per difendere Papa Clemente VII.
Il Papa ha ricordato che nel 2006 è stato celebrato il quinto centenario di fondazione del Corpo della Guardia Svizzera, che composta da soli 110 uomini è l’esercito più piccolo e antico del mondo.
A distanza di cinque secoli, ha constatato il Pontefice, “immutato è rimasto lo spirito di fede che spinge giovani svizzeri a lasciare la loro bella terra per venire a prestare servizio al Papa in Vaticano”.
Allo stesso modo, “uguale è l’amore per la Chiesa Cattolica, alla quale voi rendete testimonianza, più che con le parole, con le vostre persone, che, grazie alla caratteristica divisa, sono ben riconoscibili agli ingressi del Vaticano e nelle Udienze pontificie”.
“Le vostre storiche uniformi parlano a pellegrini e turisti di ogni parte del mondo di qualcosa che malgrado tutto non muta, parlano cioè del vostro impegno di servire Dio servendo il ‘servo dei suoi servi’”, ha spiegato.
Benedetto XVI si è quindi rivolto in particolare agli Alabardieri, chiedendo loro di saper assimilare lo spirito cristiano ed ecclesiale che rappresenta “la base e il motore di ogni attività” che si troveranno a svolgere.
“Coltivate sempre la preghiera e la vita spirituale, valorizzando per questo la preziosa presenza del Cappellano”, li ha esortati.
“Siate aperti, semplici e leali. Sappiate apprezzare anche le differenze di personalità e di carattere che ci sono tra di voi, perché sotto l’uniforme ognuno è una persona unica e irripetibile, chiamata da Dio a servire il suo Regno di amore e di pace”.
“Come sapete – ha proseguito –, la Guardia Svizzera è anche una scuola di vita, e durante l’esperienza in Vaticano molti vostri predecessori hanno potuto scoprire la propria vocazione: al matrimonio cristiano, al sacerdozio, alla vita consacrata”.
“E’ questo un motivo di lode a Dio, ma anche di apprezzamento per il vostro Corpo”.
Definendoli “cari amici”, il Papa ha quindi ringraziato i membri della Guardia Svizzera per “la generosità e la dedizione” con cui operano a servizio del Papa.
“Il Signore vi ricompensi e vi colmi di abbondanti favori celesti – ha concluso –. Vi affido alla materna protezione di Maria Santissima, che veneriamo con speciale devozione in questo mese di maggio”.