di Paola De Groot-Testoni
AMSTERDAM, giovedì, 22 dicembre 2011 (ZENIT.org).- Il 20 dicembre, alla presenza della Regina Beatrice, è stata riaperta al pubblico la Sinagoga Sefardita di Amsterdam. Costruita nel 1675 dagli ebrei provenienti dal Portogallo e dalla Spagna, l’edificio forma insieme all’adiacente sinagoga tedesca, ora sede del museo storico ebraico, uno dei più bei complessi presenti in città risalenti al XVII.
Con il giardino botanico dell’Università Comunale alle spalle e con il Municipio e il Teatro dell’Opera, di fronte, il complesso è situato in un’eccellente posizione nel centro storico della capitale e occupa una buona parte del quartiere storico ebraico. Quartiere e non ghetto, in quanto, nella tollerante Olanda dell’epoca, gli ebrei avevano libera circolazione. A testimonianza di questo troviamo, di fronte alla Sinagoga, la chiesa cattolica di Mosè e Aronne e poco distante la Chiesa del Sud, primo tempio protestante costruito come tale nel 1614, quest’ultimo poco distante dalla casa, ora museo, dove per 19 anni visse Rembrandt, eccelso pittore certamente non ebreo.
L’imponente sinagoga venne iniziata nel 1670 dopo averne affidato il progetto ad Elias Bouwman che la disegnò in stile neoclassico, molto in voga, al tempo, presso l’elite della città. Bouwman, secondo i desideri del suo committente, cioè la comunità ebraica sefardita, progettò un grande edificio centrale per 1200 uomini (più un matroneo per 440 donne) contornato da bassi edifici di servizio che venivano così a creare insieme un ampio cortile interno. Il complesso doveva rispecchiare alcune caratteristiche del Tempio di Gerusalemme.
Il fine di questa ristrutturazione iniziata nel 2010 era proprio quello di restaurare questi edifici annessi e di dare al complesso una migliore accessibilità. L’architetto Kees Doornenbal della Rappange e Partners conferma questa visione del progetto: “Il nostro committente voleva far sì che la sinagoga diventasse un luogo non solo accessibile dalla comunità ebraica, ma anche ospitale per tutti i visitatori e che si integrasse il più possibile nella vita del quartiere e del centro storico. Per questa ragione” continua “si è deciso per delle grandi porte a vetri che lasciassero vedere tranquillamente l’interno anche al passante”.
La ristrutturazione più importante è avvenuta però proprio negli edifici di servizio seminterrati che, resi più profondi, sono diventati a conservare la stanza del tesoro. “Rendere agibili e asciutti dei sotterranei in una città costruita sull’acqua come Amsterdam non è stata cosa facile ed esserci riusciti ci riempie di orgoglio” afferma ancora l’architetto. Sì, perché proprio nelle varie stanze dei sotterranei possiamo trovare secoli di storia ed arte ebraica: si comincia dalla stanza degli argenti, con antichi puntali per la Torà, ciotole e boccali; per poi passare nella sala dei tessuti e dei broccati usati durante i vari rituali. Molte di queste stoffe sono parti di abiti femminili delle ricche dame ebraiche che secoli fa consideravano un estremo onore poterli donare alla comunità.
Non ultima ad essere ospitata negli edifici che circondano la sinagoga è la famosa biblioteca Livraria Montezinos. Costituita da libri antichissimi e di grandissimo valore, la biblioteca venne fondata nel 1616 insieme alla scuola ebraica col nome di Ets Haim (letteralmente “L’Albero delle vite”) ma arricchita enormemente nel 1889 grazie al generoso lascito del ex-bibliotecario David Montezinos. Una parte degli edifici poi fu convertito nel 1956 nella piccola sinagoga invernale, certamente non un lusso eccessivo se si pensa che la sinagoga principale non ha mai avuto (e non ha tuttora) nessuna forma di riscaldamento.
La piccola (4300 prima della guerra e solo 800 sopravvissuti alla Shoà) comunità portoghese sefardita era così immensamente ricca? La risposta la offre Jacques Senior Coronel suo attuale Presidente: “Dobbiamo pensare che i fondatori della comunità erano marrani, cioè ebrei della penisola iberica che da generazioni si erano formalmente convertiti per sfuggire alle persecuzioni, molto probabilmente, nei decessi, avevano assunto l’abitudine cattolica di elargire generose donazioni alla comunità”.
La Sinagoga con il suo eccezionale tesoro è visitabile dalla domenica al venerdì ad eccezione delle feste liturgiche ebraiche.