di Claudio Siniscalchi

ROMA, sabato, 17 dicembre 2011 (ZENIT.org).- New York - 1942. Steve Rogers è un ragazzo di Brooklin, mingherlino e affetto da asma che vuole fare il suo dovere di patriota arruolandosi per combattere i nazisti in Europa. Per cinque volte si reca in un ufficio di reclutamento e per cinque volte viene respinto.

Si accorge di lui il dott. Erskine che nota le sue alte qualità umane e lo ingaggia per un progetto speciale che farà di lui un uomo dalle capacità atletiche eccezionali.

Captain America non è solo un grande patriota: è generoso verso i suoi compagni e cerca l'amore vero, quello per tutta la vita

Borges, come è risaputo, ci vedeva poco. Ma al cinema, dove si recava spesso in Argentina negli anni Trenta del Novecento, in qualità di critico cinematografico per la rivista «Sur», da buon nittalope (animale che al buio vede benissimo) riuscì a percepire come l’epica degli antichi si fosse trasferita nei film western. Gli eroi dall’Olimpo della mitologia greca, al quale non credeva più nessuno, si erano di nuovo materializzati sullo schermo, con la pistola in una mano e la Bibbia nell’altra. E magicamente era tornata negli uomini la fiducia negli eroi, capaci di sfidare (spesso da soli) le malvagità del mondo. Gli eroi della mitologia greca erano d’abitudine stati generati da un comune mortale e da una divinità. Le eccezioni umane ovviamente ci sono, come Ulisse. Ma la regola era il «semidio», l’eroe leale, coraggioso, forte in battaglia, degno e immacolato anche nel fango. Poi anche nel nuovo Olimpo hollywoodiano il potere della celluloide svanì. Il tempo della morte degli eroi si portò via anche John Wayne. Poi, come l’Araba Fenice, nel rimescolamento della mitologia hollywoodiana, sono nati nuovi eroi. A partorirli è stato il mondo del fumetto trasferitosi al cinema. Borges vedendo “Captain America - Il primo vendicatore” avrebbe riconosciuto la tipologia del nuovo eroe, metà umano metà divino.

Infatti nel primo appuntamento con “Captain America - Il primo vendicatore” (prepariamoci all’ennesima serie, con appuntamento già fissato per il prossimo anno, “The Avengers” con Captain America insieme a Iron Man, Hulk, Thor) il giovane newyorkese Steve Rogers vuole arruolarsi. Siamo all’inizio del secondo conflitto mondiale (il fumetto fu pubblicato per la prima volta nel 1941) e Steve nazisti. Al ragazzo non mancano coraggio e determinazione, ma ha un fisico inadatto alla guerra: mingherlino, asmatico, fragile. Lo zio Sam chiama, lui si presenta per l’arruolamento e regolarmente lo rispediscono indietro. Servirebbe un miracolo. E puntualmente arriva. Un tempo l’onnipotenza era fabbricata  nell’Olimpo, oggi l’onnipotenza è in mano alla scienza. Così Steve incontra il dottor Abraham Erskine, che gli propone di sottoporsi ad un esperimento. Il siero iniettatogli lo trasformerà in un eroe. Così potrà mettere la divisa e battersi. Il Grande Scienziato partorisce in laboratorio così il suo Frankestein, però dal volto buono, e soprattutto dallo scudo corazzato con stella bianca e dalla divisa stelle e strisce, Captain America (che assume le potenti e muscolose sembianze dell’attore Chris Evans, l’Uomo Torcia di “I Fantastici”). E per i perfidi nazisti sono botte da orbi. La premessa del film diretto da Joe Johnston è sontuosa.

Vintage bianco e nero anni Quaranta elevato alla massima potenza dagli effetti speciali, specialità degli eroi della casa Marvel. Furbescamente il racconto mette in scena l’irrazionalità del nazismo magico e occultista. Prioritario compito di Captain America, adesso aggregato alle truppe americane, è fermare a tutti i costi un nazista che ha un’arma segreta potentissima. Non si tratta di missili dalla lunga gittata o di ordigni atomici. Si tratta del possesso dell’energia divina di Odino, il padre incontrastato della mitologia germanica. Con quell’arma la guerra sarà così vinta dai nazisti e le forze delle tenebre soggiogheranno l’intero pianeta.  Fra i prodotti hollywoodiani patriottici, “Captain America - Il primo vendicatore” è la massima espressione. E quindi il finale è scontato: vincono i buoni, perdono i cattivi. Finita la proiezione e usciti dalla sala si ritorna alla realtà. Poi ci si imbatte nello schermo della televisione, per scoprire che un attentato terroristico ha seminato morte e distruzione nella tranquilla, piovosa e fredda Norvegia. Il Male non va mai in ferie. L’esagerazione della finzione di colpo si tramuta nell’orrore della realtà. Ci vorrebbe davvero Captain America, per salvare dal martirio la povera Europa, devastata da troppi nemici oscuri e folli.

*

Titolo Originale: The First Avenger: Captain America

Paese: USA

Anno: 2011

Regia: Joe Johnston

Sceneggiatura: Stephen McFeely, Christopher Markus, Joss Whedon

Durata: 125

Interpreti: Chris Evans, Hugo Weaving, Stanley Tucci, Tommy Lee Jones, Hayley Atwell