CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 11 dicembre 2011 (ZENIT.org) – L’esperienza e l’attività delle banche e delle organizzazioni di tipo cooperativo è importante non solo dal punto di vista economico ma anche sul piano sociale e della solidarietà.

Lo ha affermato papa Benedetto XVI nel corso dell’Udienza tenuta ieri mattina alle delegazioni della Confederazione delle Cooperative italiane e della Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo.

Il Santo Padre ha, in primo luogo, citato la Rerum Novarum del suo predecessore Leone XIII, di cui quest’anno si è celebrato il 120° anniversario della promulgazione. Fu proprio grazie a questa enciclica che si diffuse in Italia la cooperazione cattolica, ha sottolineato il Papa.

Inoltre la cooperazione “favorì la feconda presenza dei cattolici nella società italiana, mediante la promozione di enti cooperativi e mutualistici, lo sviluppo delle imprese sociali e tante opere di interesse pubblico, caratterizzate da forma di partecipazione e di autogestione”, ha aggiunto.

“Tale attività – ha proseguito Benedetto XVI – è sempre stata finalizzata al sostegno materiale della popolazione, all’attenzione costante alle famiglie, ispirandosi al Magistero della Chiesa”.

La nascita di organizzazioni di tipo cooperativistico non nacque soltanto per “un’esigenza di ordine economico”, ma anche per “il desiderio di vivere un’esperienza di unità e di solidarietà, che portasse al superamento delle differenze economiche e dei conflitti sciali tra i diversi gruppi”.

Secondo il Santo Padre, l’esperienza cooperativistica ha avuto il merito di “comporre armonicamente la dimensione individuale e quella comunitaria”.

Il tutto nell’ottica dei principi di sussidiarietà che la Dottrina Sociale della Chiesa promuove, ovvero “l’equilibrio fra la tutela dei diritti del singolo e la promozione del bene comune, nello sforzo di sviluppare un’economia locale che risponda sempre meglio alle esigenze della collettività”.

La “sensibilità solidale, pur nel rispetto della giusta autonomia del singolo” che caratterizza i soggetti cooperativi, può essere utile, ad avviso del Papa, “per un rilancio dell’economia reale, che abbia come motore l’autentico sviluppo della persona umana e sappia coniugare risultati positivi con un agire sempre eticamente corretto”.

“Le vostre benemerite istituzioni sono presenti da molto tempo nel tessuto sociale italiano e rimangono pienamente attuali; esse portano in sé ideali evangelici e una vitalità che le rendono ancora oggi capaci di offrire un valido contributo all’intera comunità, sia dal punto di vista sociale, sia nel campo dell’evangelizzazione”, ha aggiunto il Pontefice rivolto alle delegazioni presenti.

Benedetto XVI ha quindi esortato gli operatori del settore cooperativo ad offrire il proprio contributo “con la specifica professionalità ed il tenace impegno, affinché l’economia e il mercato non siano mai disgiunti dalla solidarietà”, promuovendo anche “la cultura della vita e della famiglia” e permettendo, in particolare alle nuove famiglie, di poter “contare su un lavoro dignitoso e rispettoso del creato”.

“Valorizzare sempre l’uomo nella sua interezza” è un altro degli obiettivi che il Papa ha incoraggiato a realizzare, “prestando attenzione ai suoi reali bisogni, ma anche alla sua capacità di iniziativa”.

L’ispirazione cristiana e la fedeltà al Vangelo sono, secondo il Santo Padre, le principali fonti a cui gli operatori del settore cooperativo e dell’economia in generale devono attingere per determinare “un’economia animata dalla logica della comunione e della fraternità”.

“Anche nel mondo dell’economia e del lavoro per vivere e portare l’amore e la solidarietà è necessario attingere alla sorgente divina attraverso un rapporto intenso con Dio, un ascolto costante della sua Parola, un’esistenza nutrita dall’Eucaristia”, ha poi concluso Benedetto XVI.