di Eugenio Fizzotti

ROMA, mercoledì, 7 dicembre 2011 (ZENIT.org).- «La Chiesa è, nell’umanità e nel mondo, il sacramento dell’amore di Dio e perciò della speranza più grande, che attiva e sostiene ogni autentico progetto e impegno di liberazione e promozione umana. La Chiesa è tra gli uomini la tenda della compagnia di Dio, “la dimora di Dio con gli uomini”, cosicché l’uomo non è solo, smarrito e sgomento nel suo impegno di umanizzare il mondo, ma trova sostegno nell’amore redentore di Cristo». È partendo da questa riflessione che Mons. Pietro Farina, Vescovo di Caserta, ha inviato a tutti i membri della sua diocesi una lettera pastorale dal titolo Una Chiesa per il Regno, con la quale invita a prendere coscienza di quanto sia necessario, per portare a compimento la missione cristiana, «leggere alla luce dell’esigenza evangelica del Regno di Dio la natura e la funzione della Chiesa stessa».

Collegandosi all’espressione “nuova evangelizzazione”, coniata dal Beato Giovanni Paolo II per coinvolgere in forma intensa tutta la Chiesa nell’impegno di recuperare «lo slancio delle origini, lasciandosi pervadere dall’ardore della predicazione apostolica seguita alla Pentecoste», Mons. Farina sottolinea che ogni membro della comunità ecclesiale è «alla ricerca di una verità che non soddisfi solamente la propria sete di conoscenza, ma che soprattutto rischiari la notte dei propri dubbi e indichi la strada che porta alla pienezza di vita per tutti gli uomini».

Ecco perché è importante riconoscere che «la Chiesa non è portatrice di un messaggio i cui contenuti sono dati da sistemi economico-sociali, politici, culturali propri dell’ordine temporale, ma è portatrice di un messaggio di salvezza al cui centro sta il Cristo della storia e della fede, redentore di tutti gli esseri umani, sorgente di vita in vista di un destino ultraterreno». Ed essendo chiamata a dialogare sistematicamente con la città dell’uomo in termini non di identificazione o di separazione, ma di distinzione e di complementarietà, la Chiesa riconosce l’autonomia dell’ordine temporale e collabora attivamente, come è indicato esplicitamente dalla Gaudium et Spes, nel far sì che il dialogo fra Dio e l’uomo favorisca l’integrità della natura umana e alimenti la consapevolezza che l’uomo nella sua totalità è in stretta e integrale relazione con la totalità dell’universo.

I fedeli laici sono in tale prospettiva «impegnati contemporaneamente nella costruzione della Chiesa e della società temporale, in un’opera che faccia lievitare la società e tutta l’attività umana verso il regno di giustizia e di pace» e la Chiesa, la cui missione fondamentale consiste nell’indirizzare l’uomo al suo destino soprannaturale, è chiamata ad «aiutare la società umana a essere conforme a se stessa e a potersi liberamente sviluppare sotto qualsiasi regime che rispetti i diritti fondamentali della persona e della famiglia, e riconosca le esigenze del bene comune in un mondo che cambia con una rapidità senza precedenti».

Ciò che può favorire il rinnovamento dell’ardore apostolico nel percorso di ricerca della verità è per Mons. Farina la cultura che, considerata «l’ambito attraverso il quale la Parola eterna risuona e si realizza nel tempo», alimenta «la coltivazione dell’uomo nella sua vita interiore mediante la riscoperta e l’attuazione dei “valori assoluti”: il vero, il bene, il giusto e il bello, che sanno nutrire l’uomo, lo aiutano a crescere e ne fanno sbocciare tutte le virtualità all’interno di un sistema collettivo di valutazione delle idee, degli atti, degli eventi e nel riconoscimento di una scala di valori che, proposta e accettata entro una determinata comunità, favorisce anche l’identificazione della fede nel complesso della costumanze rituali, la sua mutilazione come fatto meramente conoscitivo e l’irradiazione della sua novità in ogni angolo dell’universo, nello slancio di costruzione di una società nuova, di una nuova storia, di una nuova cultura».

E perché ogni cristiano diventi strumento vivo e vitale della trasmissione del Vangelo, coinvolgendosi in maniera corresponsabile e intelligente nel cammino della Chiesa locale, Mons. Farina ribadisce che è quanto mai urgente riconoscere il ruolo significativo del binomio “educazione e comunicazione”, attraverso il quale si favorisce l’emergenza di grandi potenzialità e di nuove opportunità di conoscenza e si permette di vivere esperienze particolari che delineano il processo di rinnovamento così da «rispondere con coraggio alle nuove istante culturali lasciandosi interpellare dai cambiamenti e nello stesso tempo offrendo il proprio contributo per il bene e la salvezza dell’umanità».

E perché questo possa realizzarsi il Vescovo di Caserta riconosce il ruolo esercitato dalle iniziative editoriali, tra cui il settimanale L’eco di Caserta, supplemento del quotidiano Avvenire, dall’attenzione riservata alla devozione popolare «che arricchisce la comunità nella misura in cui esprime un desiderio di approfondimento religioso e di preghiera» e dagli organismi di partecipazione pastorale che non sono «luoghi efficienti di onore o di potere», ma rappresentano contesti che educano le persone e le fanno crescere «nell’esercizio della comunione e della corresponsabilità per conseguire una coscienza ecclesiale in vista del comune discernimento per il servizio del Vangelo nella prospettiva della fraternità e dell’educazione all’appartenenza e all’identificazione affettiva ed effettiva con la Chiesa».